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L’uso dell’anestesia durante la chirurgia di implantologia dentale

Da Cannizzo Studio offriamo trattamenti sicuri e all’avanguardia per i denti mancanti e altri problemi di salute dentale. Questo è il motivo per cui siamo uno degli studi dentistici leader in Italia per i pazienti alla ricerca di soluzioni odontoiatriche avanzate.

Ottenere impianti dentali per i denti mancanti è un’eccellente opzione di restauro, sebbene richieda la chirurgia orale. I pazienti interessati agli impianti dentali spesso ci chiedono informazioni sulla procedura e se è dolorosa. Affrontiamo questo problema considerando l’uso dell’anestesia durante il processo di implantologia.

L’anestesia è usata durante la chirurgia orale?

Sì!

Che si tratti solo di anestetico locale o di una qualche forma di sedazione, è importante che l’anestesia sia utilizzata come parte di qualsiasi procedura di chirurgia orale. L’anestetico ridurrà il dolore e il disagio di un intervento chirurgico e aiuterà a mantenere la mente del paziente a proprio agio. Oltre all’anestetico utilizzato durante la chirurgia implantare dentale o zigomatica, può essere utilizzato anche in altri tipi di procedure, come interventi chirurgici parodontali ed estrazioni di denti del giudizio.

Diverse tipologie di anestesia

Esistono diversi tipi di anestesie che possono essere utilizzate. Le opzioni più comuni sono le seguenti:

Anestetico Locale

L’anestetico locale viene utilizzato per eliminare le sensazioni di dolore e disagio nella parte del corpo operata. Il paziente è ancora completamente cosciente, ma non sentirà nulla durante la procedura.

Sedazione con protossido di azoto con anestesia locale

La sedazione con protossido di azoto coinvolge i pazienti che inalano il protossido di azoto (conosciuto comunemente come gas esilarante) attraverso una maschera per raggiungere uno stato rilassato ma cosciente. Il protossido di azoto viene quindi combinato con l’anestetico locale per garantire che i pazienti non sentano dolore e non provino ansia.

Sedazione IV con anestesia locale

I metodi di sedazione endovenosa introducono un sedativo nel flusso sanguigno per aiutare il paziente a raggiungere uno stato di profondo rilassamento. Saranno completamente all’oscuro della procedura in corso. Viene anche somministrato anestetico locale per garantire un intervento chirurgico totalmente indolore e senza ansia.

Anestesia generale

L’anestesia generale consente ai chirurghi di anestetizzare l’intero corpo. Ciò porta alla perdita totale della coscienza del paziente durante un intervento chirurgico.

È raro che i pazienti abbiano un anestetico generale per le procedure di impianto dentale. Nella maggior parte dei casi, l’anestesia generale è raccomandata per le persone sottoposte a interventi chirurgici estesi al viso o procedure ricostruttive.

Quale anestesia è la migliore?

Per la maggior parte dei pazienti, la sedazione con protossido di azoto o la sedazione IV tendono ad essere le opzioni più ideali. Entrambi questi metodi anestetici, combinati con l’anestesia locale, possono aiutare i pazienti a sentirsi totalmente rilassati e a proprio agio durante una procedura.

In molti casi, il livello di rilassamento e comfort desiderato dal paziente e la natura della chirurgia orale determineranno la forma ideale di sedazione. Una sedazione più profonda con farmaci IV può essere l’ideale per i pazienti che richiedono un intervento chirurgico esteso o possono essere più inclini all’ansia rispetto alla chirurgia orale.

Contattaci se hai bisogno di informazioni

Durante il processo di consultazione, saremo più che felici di esaminare tutte le tue opzioni di anestesia. Discutendo a lungo di queste opzioni, sarai in grado di fare una scelta intelligente per quanto riguarda la tua salute e il benessere dentale, nonché il tuo senso generale di comfort e benessere durante la chirurgia orale.

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Chi è un candidato ideale per gli impianti zigomatici

La maggior parte degli impianti zigomatici sono utilizzati in pazienti con notevole perdita ossea, sia nell’osso alveolare che nella mascella superiore, rendendo impossibile optare per gli impianti tradizionali.

La perdita ossea è correlata a:

  • Malattie parodontali
  • Quadri oncologici
  • Problemi genetici

Gli impianti zigomatici sono sconsigliati in pazienti fumatori, alcolisti e portatori di malattie sistemiche,  in quanto possono interferire con il corretto sviluppo della procedura. Gli impianti zigomatici non sono “convenzionali” perché hanno dimensioni maggiori e sono fissati nella mascella superiore, con ancoraggio all’osso zigomatico.

Nei casi di scarso osso mascellare ormai, l’esecuzione di innesti non è una buona opzione, poiché uno dei principi base per eseguire un innesto osseo per aumentarne il volume è comunque avere abbastanza osso.

Gli interventi convenzionali non riusciti, la maggior parte delle volte sono dovuti alla carenza di osso: in questi casi non è possibile re-innestare un classico impianto, di conseguena l’unica opzione che rimane è l’impianto zigomatico.

Il problema in origine: edentulia totale

L’edentulia totale provoca la perdita completa dei denti, dovuta alla scarsa stabilità dei tessuti molli. L’edentulismo ha delle gravi ripercussioni sul piano sociale e psicologico del paziente, trattandosi di una condizione clinica che influenza la qualità della vita e l’autostima.

Parliamo di edentulia in pazienti che:

  • non hanno più denti o radici/frammenti dentali nelle mascelle
  • hanno alcuni denti, ma questi non funzionano più a causa della loro mancanza di supporto

Negli ultimi anni le tecniche di riabilitazione orale si sono evolute affinché il paziente possa tornare ad avere risultati estetici e funzionali.

Impianti zigomatici: aspetto tecnico

È una tecnica chirurgica che viene eseguita sul terzo medio del viso, con un campo operatorio superiore a quello di una chirurgia mascellare convenzionale, che richiede conoscenze approfondite e qualificate e tecniche specifiche nel suo approccio e che dovrebbe essere eseguita solo da medici/ chirurghi altamente preparati e qualificati.

Tuttavia, eseguita da chi conosce bene il campo e con pazienti responsabili, è una tecnica molto sicura.

Il paziente inizialmente indossa per un periodo da 6 a 8 mesi una protesi provvisoria rimovibile, con imbottitura morbida, che viene sostituita ogni 3 settimane circa. Dopo questo periodo di osteointegrazione, si possono fissare gli impianti definitivi.

Vantaggi di questa tipologia di impianto

Ce ne sono molti, ma tra i più importanti ci sono:

  • non occorrono lunghi periodi di rigenerazione ossea
  • bassa percentuale di complicanze
  • è durevole
  • non ci sono cicatrici esterne

Svantaggi di un impianto zigomatico

Così come ci sono dei vantaggi, ci sono anche alcuni svantaggi. Tuttavia, è necessario evidenziare che, nella maggior parte dei casi,  sono legati a una tecnica inadeguata o a una scarsa valutazione del paziente  prima di eseguire l’impianto.

Tra gli altri svantaggi ci sono:

  • È necessario che durante l’esecuzione di questa procedura siano inseriti più impianti contemporaneamente, che nella maggior parte dei casi sono bilaterali.
  • Gli specialisti in impianti zigomatici sono spesso molto più difficili da trovare e quindi  più costosi.
  • La procedura di posizionamento  è considerata invasiva, senza tralasciare che di solito è molto più lunga e complicata rispetto a quelle tradizionali.
  • Nel caso di utilizzo di una protesi ibrida,  può portare a difficoltà nel parlare,  oltre al fatto che la guarigione può essere più lunga.

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Innesto osseo o impianto zigomatico

Per un paziente con una grave atrofia mascellare, le soluzioni che possiamo offrire sono due, innesto osseo o impianto zigomatico.

In realtà la soluzione dell’innesto difficilmente riesce a ricostruire un’anatomia normale. Si dovranno però accettare dei compromessi. Ad esempio strutture ingombranti per compensare i difetti rimasti.

L’innesto d’osso inoltre pone dei limiti:

  • Non si potrà sapere quanto osso ci sarà a fine guarigione.
  • Si dovranno svolgere per forza due interventi chirurgici
  • La massima probabilità di successo si aggira intorno al l’80%.

Al posto degli innesti ossei si potrà ricorrere agli impianti zigomatici. Per chi è idoneo, in poco tempo si inserirà una protesi fissa sostituendo l’ingombrante dentiera.

Di solito si sottopongono a questo tipo di intervento, pazienti che indossano una protesi mobile da tanto tempo. Di conseguenza avranno un’atrofia ossea non indifferente. Oppure pazienti con una malattia parodontale, con conseguente osso scarso.

Gli impianti zigomatici, sono a carico immediato e come si può dedurre sono degli impianti che si inseriscono nell’osso dello zigomo.

Innesto osseo o impianto zigomatico: cos’è l’innesto osseo?

Esistono casi in cui non è possibile inserire un normale impianto dentale perché la quantità e la qualità dell’osso non lo permette.

L’innesto dentale osseo è una procedura chirurgica che permette di rigenerare un osso mancante. Inserendo un pezzo di osso del paziente stesso oppure in alternativa:

  • Osso biocompatibile
  • Osso animale, ad esempio equino o bovino.

Nel momento in cui la scelta è quella dell’osso del paziente, si potrà prendere o dalla bocca o da un’altra parte del corpo.

In molti casi si preleva da mandibola o mascella. Ma se non è possibile si ricorre a parti del corpo come il bacino.

Spieghiamo le tre soluzioni:

  • Se il prelievo sarà di piccole dimensioni, prelevato dal paziente si chiama autologo e potrà essere svolta un’operazione a livello ambulatorio.
  • In caso dovrà essere prelevata una quantità più grande, sarà necessario un ricovero con anestesia.
  • Se proviene da una fonte esterna (animale o sintetica), si parla invece di innesto osseo eterologo.

Per quanto riguarda i tempi di recupero e di rigenerazione ossea variano in base al paziente. Per la ricostruzione dell’osso massimo 6 mesi (aree piccole) e massimo 18 mesi per aree più grandi.

Come si effettua un innesto osseo

Per l’innesto osseo esistono diverse tecniche.

Ad esempio l’uso di una membrana speciale, è una soluzione. Ovvero il materiale che comporrà il nuovo osso. Essa ha la funzione di protezione del materiale di riempimento consentendo la formazione del coagulo per la formazione del nuovo osso.

L’innesto può essere autologo e eterologo.

Autologo: è più invasivo, il paziente dovrà sottoporsi a due interventi, prelievo dell’osso e l’innesto nel sito richiesto.

Eterologo: L’uso di osso animale potrebbe avere la controindicazione di una scarsa irrorazione sanguigna. Esso è un corpo esterno e presentando una struttura diversa da quella dell’essere umano.

Dal momento in cui l’osso sarà innestato, verrà irrorato del sangue del paziente. Pian piano sostituito da osso autologo e la formazione dell’osso stabile avverrà in 3-12 mesi.

Innesto osseo o impianto zigomatico: la soluzione degli impianti zigomatici

Per quanto riguarda gli impianti zigomatici, la soluzione è totalmente differente. In seguito, vi elenchiamo alcuni aspetti inerenti ad esso.

  • Per esempio, uno dei suoi più grandi vantaggi a differenza dell’innesto osseo è che basterà un solo intervento chirurgico per risolvere il problema.
  • I tempi saranno di gran lunga ridotti, infatti in 3 giorni avrai la tua protesi provvisoria (fissa). Permetterà un risultato funzionale e estetico molto alto.
  • La probabilità di successo oscilla tra il 98% e il 100%.
  • Nel post operatorio, non avrai particolar disagio.

Anche qua, a differenza degli innesti ossei, con gli impianti zigomatici saprai fin da subito che protesi mettere e che protesi usare. Purtroppo non tutti possono essere dei candidati per questo tipo di impianto, però in caso lo fossi avrai grandi vantaggi.

Prevenire la perdita di osso

Ma quindi è davvero possibile prevenire la perdita ossea? È sicuramente una nota da sottolineare il fatto che la perdita dei denti e l’uso della protesi mobile non è una buona idea. Questa soluzione è purtroppo molto usata ma porterà il paziente a un inevitabile perdita dell’osso.
Perciò, in conclusione, evitando le protesi mobili e adattandosi all’uso di impianti a carico immediato, subito dopo l’estrazione o la perdita del dente è la soluzione migliore in assoluto.

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Chirurgia gengivale

Sicuramente usare lo spazzolino, il filo interdentale e fare delle visite di controllo regolari, consentirà ai tuoi denti di essere belli e forti. Ma un’igiene orale perfetta non è determinata solamente dai denti, ma anche dalle gengive, mantenerle sane infatti è molto importante. Specialmente per evitare un intervento di chirurgia gengivale in seguito

Infatti, fare degli esami orali, daranno la possibilità al tuo dentista di capire se è in circolo qualche malattia gengivale. In questo modo potrà fermarla in principio, prima che progredisca.

Come puoi ben capire, le visite dentistiche hanno un ruolo molto importante nella nostra salute dentale. Saltarle per troppo tempo, non fa assolutamente bene, perché potrai permettere alle malattie gengivali di progredire se non trattate. Ad esempio, potrebbero lasciarti con gengive infette o danneggiate che richiedono un intervento chirurgico.

Non preoccuparti, anche a mali estremi possiamo trovare una soluzione. Quali tipi di interventi gengivali possono essere svolti? Come procedono le operazioni? È doloroso? Scopriamo in seguito.

Chirurgia gengivale: quanti e quali tipi esistono?

  1. La riduzione della tasca
    In questo tipo di procedura, il chirurgo andrà a eliminare i batteri ripiegando la gengiva.  Lo specialista parodontologo, fissa il tessuto gengivale contro i denti, invece di lasciarlo ricrescere da solo.
  2. Rigenerazione
    Anche in questa procedura vengono tolti i batteri che causano malattie ripiegando la gengiva. In seguito si inseriranno degli innesti ossei, membrane o proteine ​​​​per stimolare i tessuti. Questo
    servirà per incoraggiare i tessuti gengivali a rigenerarsi e adattarsi perfettamente intorno ai denti di nuovo.
  3. Allungamento della corona
    Per quanto riguarda l’allungamento della corona, il chirurgo esperto rimuove una crescita eccessiva di tessuto gengivale dai denti. In questo modo sembreranno più lunghi. Questa procedura viene usata principalmente per una questione estetica.
  4. Innesto di tessuto molle
    In questa operazione il parodontologo, andrà a prelevare un campione di tessuto da un altro punto della bocca attaccandolo alle gengive. Servirà per sostituire il tessuto gengivale che si è ritirato o è stato rimosso a causa di malattie gengivali.  Anche questo processo potrebbe essere usato per questioni cosmetiche. Ma principalmente si usa per il trattamento delle malattie gengivali. Perché copre le aree in cui la radice viene esposta e migliora l’aspetto dei denti.

Come procede la chirurgia?

Prima dell’intervento
Per prima cosa, ti verrà somministrato un anestetico locale per intorpidire l’area. Inoltre, lo specialista pulirà i tuoi denti. Dovresti aspettarti che il tuo parodontologo si metta al corrente su eventuali farmaci e condizioni di salute croniche che potrebbero influire sull’intervento chirurgico.

Durante l’intervento
Il chirurgo andrà quindi a ripiegare le gengive per formare un lembo in modo da poter accedere al tessuto sotto le gengive. In seguito il tessuto infetto verrà rimosso. Procedendo con il ridimensionamento dei denti e la levigatura della radice. In questo modo rimuoverà la placca e i batteri sotto la linea gengivale.

 Dopo l’intervento
Al termine dell’intervento, il chirurgo metterà a posto le gengive usando dei punti. In alcuni casi i punti sono riassorbibili e quindi “cadono da soli”. Invece in altri è il dentista che dovrà rimuoverlo a circa 7-10 giorni dalla chirurgia.

Dolore e disagio

In caso il tuo dentista ti avesse indirizzato a un parodontologo, c’è la probabilità che tu ti chieda se un intervento chirurgico alle gengive possa causarti particolare dolore.

Beh, non esiste una risposta concreta in proposito, perché varia da persona a persona e dal tipo di procedura. Però in genere, c’è poco o addirittura nessun fastidio e dolore proprio come per un impianto dentale o zigomatico, questo grazie agli anestetici e agli antidolorifici.

Dopo l’intervento, la maggior parte delle persone ha solo un dolore da lieve a moderato. Ma potrà essere appunto gestito con antidolorifici da banco.  In seguito potrebbe verificarsi il gonfiore. In questo caso il chirurgo esperto ti fornirà informazioni più specifiche su come gestire qualsiasi dolore e gonfiore che potresti avere.

Alternativa alla chirurgia gengivale

Per alcuni casi, potresti essere il candidato perfetto per dei trattamenti alternativi diversi dai classici. Essi non richiedono per forza un intervento chirurgico alle gengive.

Per quanto riguarda le gengive che si ritirano, la tecnica del “stenopeico” per l’innesto gengivale. Usando uno strumento speciale per rilasciare il tessuto gengivale e spostarlo nella posizione corretta sui denti.  Una volta che le gengive sono a posto, vengono usate strisce di collagene per stabilizzare la posizione di esse. Incoraggiando il riadattamento del tessuto gengivale ai denti.

Oppure un’altra alternativa non chirurgica, è la procedura di nuovo attacco assistito dal laser (LANAP).

Questo metodo serve per trattare le tasche tra la gengiva e i denti. I quali possono raccogliere i batteri che causano malattie gengivali. Questo particolare tipo di laser, arriva ad eliminarli i batteri presenti nelle tasche e rimuove il tessuto malato. Aiutando le fibre di collagene delle gengive a riattaccarsi al dente.

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Le radiografie per un impianto

La fase pre-chirurgica è molto importante per quanto riguarda la riuscita e la percentuale di successo di un impianto. Infatti, il tuo dentista saprà come operare in base alla diagnosi che si sarà procurato con gli esami radiografici, fatti in precedenza all’impianto dentale.
Inoltre, è molto importante lo studio del singolo caso, perché consisterà nell’analisi della situazione generica del paziente. Potremmo definire la tua situazione tramite diversi tipi di radiografie. In base alla tua storia di salute orale precedente risalendo ad oggi. Questi esami saranno molto utili per avere al termine una riabilitazione perfetta dell’impianto.

Quali sono le radiografie che potrebbero essere utili?

  • Endorale;
  • Panoramica;
  • La TAC classica e a fascio conico.

Approfondiamo l’argomento in seguito.

Le radiografie per un impianto: endorale

Nel mezzo di una visita di controllo vi sarà capitato magari di aver sentito questo strano nome… radiografia endorale, ma di cosa stiamo parlando?

Si tratta di una radiografia in grado di offrire al dentista informazioni specifiche che riguardano una zona precisa, entro determinati limiti, della bocca del paziente.
Solitamente consente di prendere solo 2 denti al massimo. Le informazioni che si ottengono da questa radiografia riguardano la radice, la gengiva, il legamento parodontale e l’osso alveolare.

Per cosa viene usata questa radiografia?
Si usa per l’inserimento di uno o più impianti in zone dove la quantità di osso residuo è notevole, di conseguenza un intervento molto semplice. E poi verrà riutilizzata per i controlli dell’impianto.

Però potrebbe essere utilizzata anche per:

  • Bite-wing: indicata per verificare l’eventuale presenza di carie.
  • Radiografia endorale periapicale: per vedere la lunghezza del dente, quindi per valutare la condizione di un granuloma o di un ascesso dentale.
  • Radiografia endorale occlusale: permette di vedere 3/4 dell’arcata.

Le radiografie per un impianto: Panoramica

Cos’è una panoramica?
La classica panoramica dentale, sarebbe uno studio delle arcate dentarie superiori ed inferiori. Si svolge tramite un apparecchio, l’“ortopantomografo”.
Il paziente inoltre, durante questo tipo di radiografia, dovrà posizionarsi in piedi e rimanere assolutamente in mobile per qualche secondo. Il viso dovrà essere invece posizionato tra questo aggeggio e il piano sensibile. Così che possa percorre una rotazione di, appunto pochi secondi attorno al viso del paziente.

Ma a che cosa serve la panoramica?

Servirà al dentista per avere una situazione generale delle ossa e dei denti del paziente. In primo luogo, è un esame specifico per capire dove si inseriscono i denti del paziente. Perciò guardare con precisione le ossa mandibolari e mascellari. Inoltre, sarà anche possibile valutare le articolazioni temporo-mandibolari, ossia, le articolazioni che consentono l’apertura e la chiusura delle fauci.

Importante è però sapere che, non consentirà una situazione ben precisa dell’osso residuo.

La TAC classica e a fascio conico

Di che cosa stiamo parlando, che cos’è una TAC?

La TAC denti è lo studio di solo una oppure di entrambe le arcate dentaria , superiore e inferiore che ti permette di avere una situazione ben definita della cavità orale del paziente.
L’esame non durerà più di qualche minuto, ma il paziente dovrà rimanere assolutamente fermo con la testa. In questo modo potrà offrire la sua collaborazione al medico e terminare l’esame il più in fretta possibile.

Infatti, la TAC dei denti oppure nota anche come TAC dell’arcata dentaria, consentirà uno studio dell’osso mascellare e/o dell’osso mandibolare. Ha una precisione millimetrica, ed è proprio per questo motivo che se il paziente si muove, potrebbero andare a perdersi alcuni frammenti.

Per cosa viene usata la TAC dei denti?

Questo specifico e precisissimo esame, verrà eseguito principalmente per vedere il posizionamento dei denti. Inoltre, la TAC, al giorno d’oggi è molto più sviluppata e tecnologica, così da poter offrire immagini sensazionali della bocca del paziente. Prende il nome di TAC Cone-Beam, ovvero, a fascio conico.

Si tratta di un esame diagnostico molto accurato e preciso. Anche ovviamente questo tipo di TAC che si presenta è riservato allo studio di casi implantari più complessi. Ad esempio per quei pazienti che presentano un quantitativo di osso molto minimo. Proprio perché è minimo, il caso clinico andrà studiato in modo approfondito e tridimensionale. Così da poter offrire una diagnosi precisa al 100% della cavità orale. Comprendendo le strutture anatomiche, nervi, vasi e seni mascellari. Se non vengono studiati perfettamente prima dell’intervento di implantologia dentale, rischiano di essere tagliati o danneggiati durante l’operazione.

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Bruxismo e impianto dentale

Bruxismo e impianto dentale, possono convivere? Ogni anno molte persone si sottopongono a interventi per gli impianti dentali e zigomatici. Al giorno d’oggi, prendere questa soluzione è diventata la scelta più popolare e per una buona ragione.

Gli impianti dentali e zigomatici forniscono una soluzione permanente sia per uomini che per donne, sono in grado di consentire la riacquisizione delle proprie funzioni orali. Come si può ben capire, le dentiere o i ponti, limitavano di gran lunga il cibo che si poteva mangiare! Inoltre, richiedevano la rimozione per la pulizia quotidiana e spesso scivolavano intorno alla bocca.

Gli impianti dentali e zigomatici sono un’ottima soluzione per quasi tutte quelle persone che necessitano di sostituzione dei propri denti. Ma come funziona se soffri di bruxismo? Questa abitudine può causare il fallimento dell’impianto? 

Cos’è il bruxismo e perché si verifica

Il bruxismo innanzi tutto, è una condizione in cui le persone digrignano o stringono i denti. Solitamente accade durante la notte, bruxismo notturno, ma potrebbe capitare anche durante il giorno.

Per tutte quelle persone che soffrono di una grave forma di bruxismo, potrebbe essere necessario un intervento. Saprai se soffri di questa condizione nel momento in cui vedrai i denti consumati, sentirai dolore alla mascella, mal di testa ma nella zona delle tempie o aumento del dolore ai denti.

Inoltre, molti studi affermano che il buxismo può essere causato da diverse situazioni. I principali: stress, ansia, consumo di alcol, fumo, problemi di sonno, affaticamento, caffeina e russare.

Si pensa che fino a 1 persona su 10 digrigni i denti. E in genere questo si verifica di notte quando il malato dorme, quindi non sa nemmeno che lo sta facendo. Di solito è il partner del paziente che viene a conoscenza della condizione per primo, a causa del suono che emette.

La forza esercitata durante il bruxismo sono più forti rispetto a un classico morso, causando in seguito problemi di mascella e mandibola o mal di orecchi, ecc.

Bruxismo e impianto dentale: perché lo influenza?

Quando un dentista va a inserire l’impianto dentale, il successo dipenderà da come l’impianto si è fuso con l’osso della mascella. Questo processo non avviene rapidamente e occorrono diversi mesi per completare il processo di fusione.

Se soffri di bruxismo, i dentisti saranno in grado di assicurarsi prima di tutto che tu disponga di tessuto mandibolare adeguato per gestire la pressione aggiuntiva a cui saranno sottoposti i tuoi impianti. Se la risposta è no, non è presente abbastanza osso, allora si ricorrerà a una soluzione di innesto osseo o implantologia zigomatica.

Quando si saranno assicurati che la mandibola potrà sopportare la pressione allora verranno installati.

Per aiutarti a proteggere i tuoi impianti durante il sonno, specialmente durante la guarigione e la fusione con il tessuto della mascella, il dentista ti fornirà una protezione per morsi chiamato Bite, che si adatterà ai denti superiori o inferiori.

Il bite protegge i tuoi impianti dentali da una pressione esagerata, su qualsiasi punto e distribuendo la pressione in modo uniforme.

Come risolvere il problema del bruxismo?

Il bruxismo si cura con un apparecchio orale. Digrignare i denti non sarà in seguito un problema solo appunto dei denti ma prenderà in considerazione anche altre parti del corpo, come collo, spalle e testa.

Il tuo dentista ti darà il bite e così da poter proteggere meglio i tuoi denti. Questi dispositivi orali unici sono fabbricati usando materiali di altissima qualità e sono comodi da indossare per tutta la notte.

Servirà da barriera tra i denti, impedendo loro di entrare in contatto l’uno con l’altro e dando ai muscoli della mascella una pausa dal movimento di serraggio. In combinazione con il bite, è importante cercare modi per ridurre al minimo la causa del bruxismo, se possibile.

Se stai digrignando i denti a causa di un problema di disallineamento o di un trauma facciale, dovrai cercare subito un trattamento.  Invece se è causato da stress e ansia, dovrai trovare un modo per rilassarti.

Gli impianti dentali possono essere inseriti se si soffre di bruxismo?

Il tuo dentista ci terrà sicuramente al successo del tuo impianto dentale, anche e soprattutto tenendo presente il tuo bruxismo.  Si andrà a scegliere in primo luogo le viti in titanio.

Il filo giusto renderà disponibile più superficie per aiutare ad assorbire la pressione causata dalla macinazione e dal serraggio nei pazienti con bruxismo. Inoltre il dentista potrà scegliere di usare se necessario corone più strette da quelle comuni.

L’inserimento di corone più strette non è fatto a caso, ma potrà aiutare la distribuzione della forza del morso in modo più uniforme sulle viti in titanio. In questo modo quindi si ridurrà al minimo il rischio di fallimento dell’impianto.

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Consigli post-intervento di implantologia

Hai appena svolto un intervento di implantologia e non sai come affrontare il post operatorio? Abbiamo degli utili consigli post-intervento di implantologia.

Come per tutti gli interventi chirurgici, il periodo di convalescenza è importante per la guarigione corretta della nostra cavità orale. Quali sono quindi i migliori consigli per passare questo periodo delicato e molto importante per il nostro futuro sorriso?

Senza paura, le tecniche di implantologia attuali, limiteranno senza dubbio fin da subito il dolore, tagli e il sanguinamento. In ogni caso, sarà importante prendere delle precauzioni per concludere il lavoro chirurgico in modo perfetto. Vediamo insieme cosa bisogna fare, cosa evitare e cosa mangiare dopo un intervento di implantologia dentale.

Consiglio principale: il riposo assoluto post-operatorio

Il consiglio più importante che bisogna rispettare nel giorno dell’intervento è solo riposo e nessuno sforzo fisico. Nel giorno seguente, di solito i pazienti riprendono la loro quotidianità se questa però non comporta uno sforzo fisico di un certo livello.

A partire dal quarto giorno e il quinto, i pazienti a questo punto potranno riprendere anche eventuali attività sportive.

Per quanto riguarda il ritorno a casa dopo l’intervento, è consigliato farsi accompagnare o prendere un Taxi. Questo perché sarai in post anestesia, quindi dopo una sedazione cosciente è sconsigliato mettersi alla guida di autoveicoli.

Consigli post-intervento di implantologia: la dieta

Per quanto riguarda la dieta, mantieni il corpo idratato, perciò assumi molti liquidi.

Per evitare problemi all’impianto, per i primi giorni non assumere cibi e bevande troppo caldi.

Inoltre, è consigliato il primo giorno assumere liquidi o cibi frullati, ad esempio le zuppe, yogurt o frullati. Non usare la cannuccia per i liquidi nei primi giorni post intervento. Poi col tempo si può passare ai cibi un po’ più solidi fino a riprendere la normalità.

Non saltare i pasti!! Assumendo in modo regolare i nutrienti giornalieri, potrai iniziare a sentirti meglio fin da subito. Mangiare ti permetterà di avere più forze, sentendo meno disagio e guarendo più in fretta.

Il medico ti consigliera una dieta apposta per te, in particolare se soffri di patologie come potrebbe essere il diabete.

Consigli post-intervento di implantologia: il fumo

Fumare non solo è pericoloso per la cavità orale, come già sappiamo è un problema per l’intero organismo.

Inoltre il suo ruolo negativo è dimostrato da milioni di ricerche, per quanto riguarda la post operazione di un impianto dentale, infastidirà le ferite durante il processo di guarigione. È consigliato astenersi dal fumare almeno per il giorno dell’intervento.

Diversi studi hanno anche dimostrato gli effetti negativi del fumo sulla salute orale. Per esempio le persone dipendenti del fumo, hanno più probabilità di sviluppare problemi come la parodontite moderata e grave. Oppure potresti avere maggiori problemi di recessione gengivale rispetto ai non fumatori.

Ma questi sono alcuni esempi, tornando agli impianti dentali, si è visto che il fumo può compromettere senza alcun dubbio il loro successo.

I rischi sugli impianti sono:

  • Una precoce perdita di esso;
  • Complicazioni come la perimplantite e mucosite peri-impiantare;
  • Una maggiore perdita ossea.

Consigli post-intervento di implantologia: l’attività fisica

Al termine dell’intervento dovrai ridurre al minimo le attività fisiche. Considera il fatto che tu non starai assumendo un’alimentazione normale, i grandi sforzi non possono essere fatti.

Tieni presente che non stai assumendo un’alimentazione normale. Questo potrebbe limitare la tua forza. Oltre al fatto che piegare, sollevare e fare attività di un certo tipo sviluppa la fuoriuscita di sangue e il dolore. Infatti bisogna prestare attenzione nel passaggio dalla posizione sdraiata a quella in piedi.  Sentendo la testa leggera, eventuali capogiri e nausea.

Come minimo l’esercizio fisico è evitato per 3/4 giorni. È molto importante che i tuoi progressi di guarigione vadano per il meglio.

Cosa fare in caso di sanguinamento

Nel caso in cui dovesse iniziare a sanguinare la tua gengiva, non sciacquare con l’acqua, non ti favorirà in alcun modo la coagulazione del sangue. Quindi il miglior modo per bloccare il sanguinamento, è quello di realizzare un tampone con del cotone e della garza (procurateli prima dell’intervento, per eventuale prevenzione). Una volta creato il tampone, andrai a stringerlo attorno alle due arcate per almeno mezz’ora. Non dovrai né rimuoverlo né masticarlo.

In eventuale caso che il sanguinamento dovesse continuare, non notando dei miglioramenti contatta il tuo studio dentistico.

Mantenere l’igiene orale

Il giorno successivo all’intervento, sciacquare per qualche secondo la bocca con acqua tiepida e mezzo cucchiaio di sale. Continua con questa procedura per i 4 giorni successivi all’impianto, così da disinfettare al meglio le lesioni dell’intervento.

I denti dovranno mantenere la loro classica igiene orale, con un unico cambiamento: quello di trattare la parte operata in modo delicato.

  • Evitare l’uso dell’idropulsore o simili.
  • Evitare di sciacquare i denti con perossido di idrogeno per almeno due settimane dall’intervento.

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Impianti zigomatici e sinusite

In caso tu fossi una persona che soffre di grave atrofia ossea, ovvio che non potrai sottoporti a un intervento chirurgico di impianti dentali classici. Dovrai per forza ricorrere a soluzioni secondarie, come potrebbero essere appunto gli impianti zigomatici.
Ma se tu sai già di soffrire di sinusite con paranasali serrati oppure l’hai scoperto dopo la visita dentistica, ti sarà comunque possibile sottoporti a un intervento di impianti zigomatici?
La risposta breve e diretta è: Assolutamente non consigliato sottoporsi a un intervento di impianti zigomatici se si soffre di sinusite con paranasali chiusi.

Cosa sono i seni paranasali?
Si tratta di quattro paia di cavità che si creano durante i primi anni di vita e si trovano in continuità con le fosse nasali.
Sono costituiti dai:

  • Seni mascellari: si trovano al disopra del mascellare superiore ed al di sotto delle orbite, spesso in continuità con alcune radici dentarie.
  • Seni frontali: tra lo spessore dell’osso frontale al di sopra della radice del naso.
  • I seni sfenoidali: due cavità situate all’interno del corpo dello sfenoide.
  • Cellule etmoidali: occupano la parte superiore delle fosse nasali.

Cos’è la sinusite?

Si parla di sinusite quando si parla di seni paranasali. La sinusite sarebbe un processo infiammatorio che si suddivide in cronico e acuto.

In caso di sinusite, il muco all’interno della cavità nasale aumenta di volume, ostruendo e restringendo gli osti di comunicazione tra i seni paranasali e la cavità nasale.
La conseguenza sarà quella del muco che ristagna all’interni dei seni, creando un posto perfetto per lo sviluppo di batteri.

Creando quindi una concomitanza tra infiammazione ed infezione.

Questa patologia si può presentare solo in persone con seni mascellari ben sviluppati. Infatti questa condizione in bambini che si trovano ancora in età pediatrica non avranno il pericolo di prendere la malattia.

Come si può contrarre la sinusite?

  • A causa di un virus;
  • Per un’origine batterica;
  • Per una questione di sistema immunitario indebolito, e quindi esposto a infezioni;
  • Oppure in fine, per una condizione non infettiva come potrebbe essere la rinite allergica.

Di certo, però, sarà meno frequente un’infezione dell’arcata dentaria superiore a causare la sinusite.

Si mette in concomitanza con le cavità paranasali tramite la radice dei denti molari o potrebbe capitare che lo faccia anche coi denti premolari. Demolendo il pavimento dei seni mascellari determinando un ostio di comunicazione.

Impianti zigomatici e sinusite: sintomi e complicanze

La sinusite si presenta in tre diverse forme:

  • Acuta, Nel momento in cui persiste per un massimo di 3 settimane.
  • Cronica, quando dura per più mesi.
  • Ricorrente, se si ripresenta durante l’anno per tre o più volte.

I sintomi della sinusite sono di solito dolore e pressione al volto. Talvolta accompagnati anche da sintomi non comuni dovuti all’infiammazione, ovvero cefalea, febbre, muco verde-giallastro, tosse grassa, mal di denti.

Potrebbe portare ad avere delle complicanze se non curata oppure non diagnosticata in una giusta tempistica.

Ovvero:

  • Ascesso o cellulite orbitaria;
  • Trombosi del seno venoso cerebrale (interessando le vene degli occhi, del viso e del cranio);
  • Meningite;
  • Osteomielite (infezione dell’osso causata in genere da batteri).

Impianti zigomatici e sinusite: diagnosi

Una raccolta importante e accurata delle notizie che riguardano il paziente aiuterà nella maggior parte dei casi a formulare la diagnosi. Si eseguirà un esame radiologico, solo in casi dove si sospettano complicazioni o quando il paziente non reagisce alla terapia classica. Per confermare al 100% la diagnosi, si potrà eseguire un’analisi del secreto del seno paranasale.

Per ogni singolo paziente che vorrebbe procedere con un impianto zigomatico, è molto importante rilevare ogni possibile sintomo riconducibile ad una complicanza già durante l’anamnesi.

Bisognerà quindi capire ogni singola provenienza di eventuali:

  • Mal di testa diffusi ed intensi;
  • Dolori nelle zone oculari, occhi compresi;
  • Disturbi visivi o tensioni alla nuca.

Come trattarla

Un trattamento per la sinusite è quella di utilizzo di antibiotici e antinfiammatori. Nei casi più gravi si usa il cortisone.

Talvolta, si accompagna i medicinali elencati con antistaminici e decongestionanti nasali. Sono meno diffusi i casi di sinusite di origine batterica invece di quelli causati da un virus. Proprio per questo motivo, si dovrà fare molta attenzione all’uso dell’antibiotico.

Sarà necessario il parere di un medico oltre a quello dentistico, per valutare la prescrizione e somministrazione di un antibiotico a cui il batterio patogeno sia sensibile.

Per le forme croniche, verrà consigliata una terapia termale. Ovvero, utilizzo di nebulizzazioni nasali di acido ialuronico. L’acido ialuronico ha un’azione antinfiammatoria.
Inoltre, ha la capacità di fermare la formazione del biofilm, cioè la pellicola che formano i batteri e che risulta difficile da sconfiggere anche con gli antibiotici.

 

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Impianti dentali in titanio e allergia al nichel

Impianti dentali in titanio e allergia al nichel hanno qualche cosa in comune? Sicuramente andare dal dentista per inserire gli impianti dentali è corretto, ma è ancora più corretto prestare prima attenzione! La salute è importante e potrebbe essere che tu sia allergico a qualche metallo, ad esempio il nichel. Come ben sappiamo, esistono molti tipi di allergie, che siano molto diffuse o meno. Sono sempre più comuni quelle causate dai metalli.

Il protagonista dell’articolo è il nichel.

Sicuramente ne avrai sentito parlare in ambito di gioielli, bigiotterie, pentole o cibo. Ma molti non sanno che questo genere di metallo può essere spesso usato anche nell’odontoiatria. È quindi bene che tu prima di agire con le protesi fisse o mobili, avverta il tuo dentista per magari trovare una soluzione alternativa agli impianti dentali.

Inoltre, ti informiamo che l a presenza di nichel per legge è consentita all’interno degli impianti. Esistono sul mercato leghe certificate che lo contengono. In una piccola percentuale talvolta, ma non possiamo negare la sua esistenza. Il fatto che il nichel è dichiarato e certificato, consente all’odontoiatria se scegliere di utilizzarlo oppure no in base al cliente.

Impianti dentali in titanio

Come magari molte persone già sanno, l’impianto dentale, zigomatico e iuxtaosseo sono senza ombra di dubbio identici ai denti naturali.

Essi hanno la capacità di poter sostituire il dente normale e senza far notare la differenza. Ma non si tratta solo di una questione estetica, perché hanno la capacità di far riacquisire a una persona la capacità di masticare come un tempo. Anche per quanto riguarda la loro manutenzione, non ci sarà nulla di particolare che dovrai fare in più per pulirli. Semplicemente svolgere una corretta igiene orale e visitare il dentista ogni 6 mesi per dei controlli di routine.

Inoltre, sono molto versatili, perché non solo sostituiscono il singolo dente, ma possono anche essere usati come supporto per ponti dentali o protesi fisse. Però considerando il fatto che la vite che viene messa nell’osso è fatta di titanio, ovvero un metallo, viene naturale farsi delle domande per chi è allergico ai metalli in generale o nello specifico, al nichel.

Attenzione: Spesso potrebbe capitare che all’interno di queste viti ci sia una piccolissima percentuale di nichel.

Cos’è l’allergia al nichel?

Ora che sabbiamo capto da cosa è composto un impianto dentale spieghiamo l’allergia al nichel. Si tratta di reazione esagerata del sistema immunitario causata da una sostanza non conosciuta dal nostro organismo.

Il nichel, un metallo molto diffuso e l’allergia a questo materiale potrebbe comparire a qualsiasi età. Di solito dopo un continuo contatto con esso, ma anche dopo un primo contatto.

Esistono dei trattamenti che potrebbero ridurne il suo effetto ma eliminare del tutto l’allergia sarà molto difficile o addirittura impossibile. Questo perché questo metallo anche se in piccola percentuale è presente praticamente ovunque.

Solitamente il primo sintomo che potrebbe insospettire una reazione allergica al metallo è una dermatite. Si sviluppa di norma sulle mani quando andrai a toccare parti metalliche di orologi, occhiali, orecchini, maniglie, forbici, stoviglie etc. Anche sulle mucose del cavo orale se il metallo è contenuto nelle protesi.

Impianti in titanio e allergia al nichel: cosa fare in questo caso

Consideriamo prima di tutto il fatto che i metalli che vengono usati nell’ambito dell’odontoiatria sono parecchi. Di diversa origine e qualità, solo il dentista esperto può conoscerli alla perfezione. A noi clienti, spetta di diritto informare il dentista di eventuali allergie o problematiche in generale, per la miglior scelta di operazione o impianto che sia.

Per persone con una forte allergia al nichel o comunque una generale allergia ai metalli saranno dunque consigliati degli impianti con materiali non metallici. Ad esempio potremmo parlare della porcellana, che non causa reazioni allergiche.

O altro ancora, per chi è allergico a nichel, cobalto e al cromo si adotterà l’dea di usare impianti dentali costituiti completamente da ceramica o con guscio in oro o zirconio. La soluzione per questo target di persone, sono le protesi preparate in ceramica o in ossido di zirconio in caso di intolleranza all’oro (anche l’oro contiene nichel).

Inoltre moltissime persone hanno fatto otturazioni, specialmente nei denti posteriori, molari e premolari, effettuate con amalgama dentale.

L’amalgama d’argento è un metallo formato da argento, stagno, rame, palladio, indio e infine il mercurio, riconoscibile facilmente perché ha colore grigio piombo. Inoltre, questa famosa amalgama è uno dei materiali più usato dai dentisti per le otturazioni dei premolari e molari in molte parti del mondo. Per fortuna però in Italia, la si usa sempre più di rado, usando in compenso, altri materiali bianchi o scuri, che però più costosi.

Anche gli apparecchi classici a graffe, sono composti da titanio, però oggi come oggi sul mercato esistono apparecchi invisibili in grado di fare le stesse identiche operazioni se non addirittura meglio. Potrebbe essere benissimo usato per chiunque ha un’intolleranza a un metallo, in particolar modo il nichel.

 

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Impianti dentali con problemi cardiaci

Hai avuto un’operazione al cuore o soffri di pressione alta? Ti stai chiedendo se gli impianti dentali pur avendo problemi cardiaci possono essere svolti?
In caso tu non sapessi se è possibile svolgere operazioni di impianti dentali con questo tipo di malattia o condizione, leggi in seguito per scoprirlo.

Qualsiasi persona prima di un intervento, piccolo o grande che sia è normale che abbia un po’ di ansia e paura. Il timore che qualcosa non vada come debba andare viene a tutti.
Possiamo variare da reazioni allergiche a interferenze con farmaci o anestetici. Queste sono solo alcune delle paranoie di numerosi pazienti.

Aggiungiamo anche alcuni problemi cardiaci potrebbe essere che la tensione salga accantonando l’idea di fare un intervento dentale pensando a una soluzione alternativa. Ma è davvero la decisione migliore che potresti prendere?

Impianti dentali con problemi cardiaci: il primo step

Il primo step è quello più importante perché sarà quello di raccogliere tutti i dati e le informazioni relative al paziente.
La medicina per fortuna oggi come oggi svolge l’analisi di tutti i dati nel modo più accurato possibile. E proprio nel contesto dell’odontoiatria, la prima cosa che viene fatta è proprio l’anamnesi del paziente.

L’esperto ti farà alcune semplici domande sul tuo stato di salute. Ancor prima che tu apra la bocca avrà capito già alcune controindicazioni per te per l’impianto dentale. Al termine del primo step avverrà in seguito una visita generale e degli esami come per esempio la radiografia che dovranno aiutare il dentista.

In questo modo si capirà se ci sono problemi di carattere locale. In caso in cui tu assumi molti farmaci o non hai una buona salute non è detto che possa svolgere un intervento dentale di questo calibro.

I principali problemi cardiaci

In Italia esistono molte persone che hanno problemi al cuore che possono essere gravi o meno. La fetta di popolazione più interessata, riguarda gli anziani.

Ma quali sono quindi le principali malattie che una persona potrebbe avere?

  • L’ipertensione, ovvero quando soffri di pressione alta;
  • La cardiopatia ischemica, tipicamente angina o infarto del miocardio;
  • aritmie;
  • Patologie che riguardano le valvole cardiache.

Ma ne esistono molte altre, vediamo se con i problemi al cuore si può svolgere un’operazione di impianto dentale.

Un paziente con problemi cardiaci può svolgere questa operazione?

Se un paziente soffre di malattie cardiache, le cure che dovrà assumere una volta terminato l’intervento di implantologia dentale potrebbero essere un problema. Come già spiegato, purtroppo le patologie che riguardano il cuore sono molto diffuse in Italia.

Attenzione: le patologie cardiache che siano gravi o meno gravi, possono comunque significare che una persona debba assumere delle cure farmacologiche durature. Questo significa che potrebbe complicare qualsiasi tipo di intervento chirurgico. Che siano cure odontoiatriche (in particolar modo interventi di implantologia) o meno.

I problemi al cuore sono da mettere in conto nelle controindicazioni dell’implantologia.

Impianti dentali con problemi cardiaci: l’anestesia

Esistono diversi aspetti che devono essere tenuti sotto controllo se una persona soffre di cuore, ovvero il post operatorio, le infezioni che si possono contrarre ma in particolare l’anestesia. Queste sono tutte complicazioni che rendono il paziente cardiopatico un caso complesso da trattare per l’odontoiatra.

 Perché l’anestesia è la parte più importante per un paziente cardiopatico?

Partiamo dal principio che un paziente con problemi cardiopatici è sicuramente un caso più delicato. Bisogna quindi conoscere tutta la storia clinica del paziente prima di eseguire un’anestesia locale. Questo perché l’anestetico locale ha la funzione di bloccare gli impulsi nervosi.

Insieme ai farmaci anestetici inoltre, vengono associati anche dei vasocostrittori. Questo servirà per aumentare la durata dell’anestetico per tutto il tempo necessario all’intervento.
Però purtroppo, tra gli effetti collaterali dei farmaci vasocostrittori c’è l’aumento della pressione e la tachicardia. Avendo quindi il rischio di un’ipertensione arteriosa.

Endocardite batterica

Una persona con problemi di cuore durante un intervento di implantologia dentale ha il rischio di sviluppare infezioni. In caso il paziente abbia problemi di cuore come la cardiopatia risulterà molto elevato il rischio di contrarre infezioni al miocardio, ovvero l’endocardite batterica.

Si parla di batteri del cavo orale che potrebbero infatti molto facilmente raggiungere l’apparato cardiovascolare tutto ciò attraverso il sangue. Proprio per questi motivi, in casi come questi è molto importante che il paziente in questione si sottoponga a una cura antibiotica. Il tutto prima di svolgere l’intervento implantologico.

In conclusione: bisogna quindi rinunciare?

Una persona cardiopatica che vorrebbe svolgere un intervento implantologico è da considerarsi un caso complesso, non per questo significa impossibile.

Andranno svolti più accertamenti, fase diagnostica e una raccolta di dati del paziente in maniera più approfondita.
Una volta fatto ciò, si potrebbe anche procedere con un intervento di implantologia con tecnica soft implantology, l’implantologia senza traumi. Si tratta di una serie di procedure e riducendo qualsiasi tipo di trauma.

Come viene svolta la soft implantology?

Non c’è per forza la necessità di aprire le gengive per l’inserimento dell’impianto. Questo processo significa solo forare la gengiva e inserire l’impianto nell’osso senza troppe complicazioni intorno. Però si tratta di un processo di precisione al millimetro senza l’uso del bisturi ed evitando l’eccessivo sanguinamento. Inoltre non ci saranno le complicazioni del post intervento, con una riabilitazione in tempi molto brevi. In 24 ore è possibile sostituire i denti senza alcun trauma.

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