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Chirurgia odontostomatologica

La chirurgia odontostomatologica (o orale) è la chirurgia che si occupa di problemi odontoiatrici che richiedono un intervento chirurgico. Le aree di competenza di questa branca sono in particolar modo l’implantologia e la parodontologia, che possono essere svolte da odontoiatri, chirurghi maxillo-facciali o da medici specialisti. Questo tipo di chirurgia tratta la diagnosi, la prevenzione e cura attraverso la medicina di determinati tipi di malattie, traumi, lesioni o difetti che possono essere sia naturali che acquisiti con il passare del tempo.

Ciò può includere: i denti, le gengive, la lingua, il palato, la mucosa orale, le ghiandole salivari, le labbra, le tonsille, mascelle, muscoli, e quant’altro. Insomma tutto ciò che compone la cavità orale.

Inoltre Tramite la chirurgia orale, viene eseguita anche la levigatura delle radici o, ancora, interventi per l’aumento dello spessore osseo, innesti gengivali, rimozione di cisti dentali o tumori del cavo orale.

Quanti tipi di chirurgia odontostomatologica esistono?

Esistono diversi tipi di chirurgia orale, comprese le procedure chirurgiche come la rimozione di un dente o di un canale radicolare.
Alcuni interventi di chirurgia orale comportano il riposizionamento della mascella. In altri casi, la chirurgia orale può trattare addirittura la rimozione di un tumore. Gli interventi chirurgici orali possono essere eseguiti da uno qualsiasi dei diversi tipi di specialisti dentali, inclusi endodontisti, parodontologi e odontotecnici. Dipende sempre dal tipo di problema che devi trattare.
Ma esistono alcuni tipi di chirurgia orale che sono più comuni rispetto ad altri ed essi sono:

Quali sono le operazioni che la riguardano?

  • L’estrazione di un dente in ogni caso che sia un’operazione semplice o complessa, la rimozione di un dente necessita un intervento odontostomatologico.
  • Il dente del giudizio, magari il dente del giudizio cresce in una posizione sbagliata all’interno dell’arcata dentale
  • Si tratta della rimozione chirurgica dell’area terminale della radice.
  • Rialzo del seno mascellare questo invece è un intervento che spesso rappresenta la fase preliminare per operazioni come innesti o impianti o ancora, per esempio rimozione di cisti o tumori del cavo orale.
  • Gengivectomia, è l’estrazione chirurgica di un tessuto gengivale.
  • Chirurgia paradontale Questo tipo di chirurgia tratta l’organo di sostegno del dente ed è costituito da gengiva, legamento parodontale, cemento radicolare e osso.

Inoltre fanno parte della chirurgia odontostomatologica anche interventi più semplici come l’impiantologia. Ovvero l’impiantazione di denti artificiali fatti su misura per la nostra cavità orale.  Questo intervento può essere un intervento secondario che servirà appunto per riempire eventuali buchi causati da estrazioni di denti malati.

La diagnosi e come viene trattata

La diagnosi viene effettuata in tre fasi differenti:

  1. La fase in cui analizzano il problema
  2. In secondo luogo troviamo la fase dove si effettua una valutazione più concreta del problema in fase al materiale raccolto nella prima fase
  3. E infine troviamo la fase diagnostica dove viene suddivisa a sua volta in: diagnosi differenziale e diagnosi definitiva

In seguito si inizierà ad operare, e viene effettuata l’anestesia orale. È una pratica decisiva in odontoiatria.
Alla fine dell’operazione chirurgica orale ti verranno somministrati dei farmaci di natura antibiotica per concludere al meglio la terapia. Inoltre per la prevenzione e il controllo dell’infiammazione post-operatoria, la chirurgia può anche prevedere l’utilizzo di cortisonici.

Infine la dimissione del paziente:
Ti verranno consegnati delle istruzioni e raccomandazioni da seguire al 100%, questa sarà l’ultima fase della tua operazione chirurgica.

Chirurgia orale infantile

Anche i bambini come gli adulti possono sottoporsi a operazioni chirurgiche. Saranno operazioni più delicate. Infatti sono stati studiati dei macchinari , apparecchiature e tecniche moderne  proprio per i pazienti in età pediatrica. Sono efficaci e garantiscono ottimi risultati.
Sarà lo stesso dentista che deciderà in che modo intervenire.
Egli dovrà operare utilizzando le tecniche specifiche per questa età di pazienti e per il tipo di chirurgia da svolgere. Ai più piccoli, però, verrà riservato un trattamento specializzato.
L’operazione più comune svolta sui bambini è l’estrazione dei denti da latte.
Invece per quanto riguarda i ragazzi in fase di adolescenza o pre adolescenziale l’intervento più comune è l’estrazione del dente del giudizio.
Un’altra operazione molto comune per i bambini è la frenulectomia, ovvero l’operazione per ridurre la tensione delle gengive tramite bisturi o laser, facendo una piccola incisione al frenulo labiale superiore e inferiore. Però verrà effettuata solo quando il paziente perderà i denti da latte e li avrà sostituiti con i denti definitivi.

 

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Gnatologia

La gnatologia è una branca dell’odontoiatria che si occupa dell’apparato stomatologico. Comprende prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione di condizioni parafisiologiche che potrebbe compromettere l’apparato.

Lo scopo della gnatologia è il ripristino della corretta occlusione. Ovvero il corretto equilibrio delle arcate dentali per risolvere problemi nella postura e nell’apparato scheletrico generati da disequilibri in tali strutture. Il contatto tra le arcate dentali, le ossa cranio-mandibolari e i muscoli mandibolari sono strettamente correlati fra loro.

Un esame gnatologico può evidenziare malocclusioni o disturbi dell’articolazione cranio-cervo-mandibolare.

Perché rivolgersi ad uno gnatologo

La gnatologia, come abbiamo detto, tratta patologie a carico delle articolazioni della bocca e di tutti gli organi ad esso connesse. Di conseguenza causano alcuni problemi correlati come dolori a collo, orecchio o mascella. Altri disturbi possono essere mal di testa o acufene che risultano particolarmente fastidiosi. Tutto ciò può essere causato da malocclusioni, bruxismo o problemi di masticazione. Disturbi nella postura, accompagnati o meno da dolore alla schiena, alle spalle e alle gambe possono essere causati da problemi alla mandibola.

In questi casi lo gnatologo può visitarti e capire come agire per risolvere il problema. Durante la visita il medico chiederà della storia clinica per capire le cause. Si passerà poi a fare gli esami. I più comuni sono la risonanza magnetica, l’ortopanoramica e la Kinesiografia della mandibola. Quest’ultima rileva il movimento di apertura e chiusura della bocca durante la masticazione e la deglutizione.

Gnatologia e postura

L’articolazione mandibolare è collegata alle strutture anatomiche che condizionano i movimenti. I muscoli della mascella sono collegati al cranio e, indirettamente, alla colonna cervicale. Questa è fondamentale per la postura del corpo.

Di conseguenza, la malocclusione o problemi all’articolazione temporo-mandibolare, sono da considerare variabili chiave nel trattamento della colonna. In condizioni normali la mandibola si muove senza sovraccaricare la struttura mandibolare o la colonna cervicale. La malocclusione causa uno schema motorio rigido che logora le diverse strutture coinvolte.

Il corpo tende a compensare questo squilibrio scheletrico causando una anomalia posturale.

Bruxismo e mal di testa

Il bruxismo è il digrignamento involontario dei denti che avviene solitamente durante la notte. In alcuni casi può presentarsi anche durante il giorno, in genere quando è presente uno stato di stress. Questo digrignamento più avere intensità e durate differenti.

In gnatologia il bruxismo è definito parafunzione, ovvero un movimento senza alcuno scopo finale.

Di norma le due arcate non entrano in contatto in posizione di riposo, lasciando un piccolo spazio tra le due. Nei casi di malocclusione queste sono a contatto ed innescano il digrignamento. Il bruxismo causa l’affaticamento della mandibola, mal di testa, ticchettio della mascella o mal d’orecchi. Può portare a gravi conseguenze livellando i denti ed esponendo la dentina oltre a causare danni alle gengive o portare alla piorrea.

La causa di questo disturbo non è chiara, ma quella più probabile è di origine psicologica. Ma studi evidenziano come potrebbe essere causata da un non corretto allineamento delle arcate dentali.

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Quanto dura un impianto zigomatico

Per chi ha necessità di un impianto con poco osso, è necessario prima sapere quanto dura un impianto zigomatico. Questo tipo di impianto sfrutta l’osso zigomatico per i pazienti che soffrono di atrofia ossea mascellare.

La vita sua media è di 10/15 anni. Questa varia in base a diversi fattori dei singoli casi. A volte è necessario rimuoverlo precocemente a causa di danni o problemi all’impianto. Esistono infatti delle condizioni che possono rendere necessaria una rimozione.

È possibile che duri tutta la vita?

Quando pensiamo a quanto dura un impianto zigomatico dobbiamo pensare che come ogni cosa è soggetta ad usura. Un impianto su una persona anziana è possibile che duri per tutta la sua vita, mentre una persona giovane dovrà necessariamente cambiarla con il tempo.

Uno stile di vita corretto e una buona igiene orale sono necessarie per allungare la vita alla tua protesi. È possibile anche arrivare a 20 anni. Una cattiva manutenzione al contrario sarà la causa di una sostituzione prematura.

Cause per la rimozione dell’impianto

In alcuni casi è necessario rimuovere l’impianto zigomatico prematuramente. Esistono due tipi di fallimento dell’impianto: precoce e tardivo. Il primo avviene nei primi mesi dopo il posizionamento dell’impianto. La causa è la mancata o non sufficiente osteointegrazione e ciò compromette la guarigione. Viene scatenata da un’infezione da malattie sistemiche, dall’assunzione di determinati farmaci cronici. Anche abitudini viziose come il fumo possono interferire con la guarigione delle ferite.

Il fallimento tardivo può avvenire in qualsiasi momento, anche dopo un anno. Le cause possono essere degli errori prostetici, atteggiamenti sbagliati ripetuti nel tempo o anche la perimplantite. Quest’ultima è una patologia grave causata da un’infezione batterica attorno all’impianto. È possibile evitarla con una buona igiene orale. Infatti in questo modo si eliminano i batteri nocivi dalla bocca.

Quanto dura un impianto zigomatico: frattura dell’impianto

Un’ultima causa che porta alla rimozione dell’impianto è la frattura dello stesso. Infatti un impianto dentale dura più a lungo avendo le giuste attenzioni, ma non sempre possiamo evitare la rottura. Infatti può essere causata da un’errata pianificazione dell’impianto, ma anche da uno svitamento o da un sovraccarico alla forza masticatoria.

Bisogna tener conto che la frattura non è una circostanza comune, ma avviene con una percentuale molto bassa. La causa più comune è quella dello svitamento che provoca un’instabilità della protesi. Per risolvere il problema sarebbe necessario sostituire o riavvitare nel più breve tempo possibile. Questo eviterà che tutto l’impianto si danneggi.

I punti in cui si frattura sono di solito quelli dove la forza e la pressione della masticazione sono più forti.

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Impianti zigomatici: complicanze

Gli impianti zigomatici sono l’alternativa ideale per le persone che soffrono di atrofia ossea. Si tratta di un impianto che non va inserito nel osso mascellare, ma nell’osso zigomatico. Questa tecnica può evitare al paziente altre procedure come il rialzo del seno mascellare o l’innesto osseo. Non si tratta però di una procedura senza rischi. Vediamo le complicanze degli impianti zigomatici.

Sinusite

Una delle complicanze dell’impianto zigomatico è la sinusite. Il posizionamento dell’impianto può creare un’infiammazione della membrana del seno. Questa è causata dalla presenza di un corpo estraneo. Si tratta di una delle più frequenti complicanze dell’impianto.

Esistono delle tecniche alternative che hanno una minor probabilità di causare la sinusite.

Impianti non osteointegrati

Le cause legate alla mancanza di osteointegrazione includono surriscaldamento, contaminazione e traumi durante l’intervento. Anche la qualità o quantità di osso possono influire sulla stabilità.

Tra le complicanze degli impianti zigomatici, questa ha una frequenza media molto bassa. L’osso zigomatico è particolarmente indicato per la osteointegrazione degli impianti. Infatti non è soggetto alle conseguenze negative dell’età, delle patologie del cavo orale o della mancanza di denti.

Complicanze degli impianti zigomatici: infezioni locali

Le infezioni locali sono direttamente correlate alla comparsa di sinusiti e favorite dalla mancanza di osteointegrazione. Potrebbe essere anche causato dalla mancanza di contatto tra l’impianto e la cresta ossea, da infezioni superficiali o mancanza di cicatrizzazione dei tessuti molli. Anche la riabilitazione prostetica gioca un ruolo rilevante.

Si tratta di una delle complicanze più frequenti con un’incidenza del 4% circa.

Fistole

Un’altra complicanza degli impianti zigomatici correlati con la mancanza di osteointegrazione è la formazione di fistole.

Per fistola si intende una comunicazione patologica, di forma tubulare, tra due strutture o tra due cavità dell’organismo o tra esse e l’esterno. Questa è causata dall’aumento del rischio di comunicazione oroantrale e lo sviluppo posteriore di sinusite. La frequenza di questa complicanza varia tra l’1,5% e il 7,5%.

Parestesia

La parestesia è una delle possibili complicanze degli impianti zigomatici. Questa condizione è un’alterazione della sensibilità, a volte associati a formicolio o bruciore. È dovuto alla compressione o intaccamento di un nervo durante l’operazione.

Si tratta in genere di una condizione temporanea, che si risolve tra le 3 e 8 settimane dopo l’intervento. L’incidenza varia, in quanto strettamente legata all’esperienza del chirurgo e dell’équipe chirurgica.

Complicanze degli impianti zigomatici: conclusione

Gli impianti zigomatici, nonostante le complicanze, è una procedura consolidata. È necessario comunque affidarsi a professionisti con vasta esperienza. Infatti richiede un lungo apprendimento e precedente esperienza con impianti dentali.

Sulla base degli studi fatti, le complicanze più frequenti sono la sinusite e la mancanza di osteointegrazione, tuttavia il loro trattamento e controllo fanno parte della pratica clinica standard.

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Ortognatodonzia

L’ortognatodonzia è una branca dell’ortodonzia che si occupa delle disarmonie cranio-facciali. Tra queste ci sono le malocclusioni e delle anomalie della posizione dei denti. Queste possono essere corrette sia per sistemare il lato estetico che quello funzionale. Possono infatti causare problemi respiratori, di fonazione o di masticazione.

Si tratta di un’importante branca che occupa una posizione importante nella cura di patologie interdisciplinari. Ad oggi occupa un posto di rilievo nella cura di problemi odontoiatrici grazie all’attenzione nel processo di crescita dei bambini e l’utilizzo di terapie meno conosciute.

Tuttavia le malocclusioni fanno riferimento all’ortodonzia quando si tratta di allineamento dei denti in adulti e bambini. Vediamo meglio le differenze.

Differenze tra ortodonzia e ortognatodonzia

Ortodonzia e ortognatodonzia sono spesso confusi in quanto si occupano entrambe di allineamento dei denti e malocclusioni. La differenza sostanziale è il fatto che la ortognatodonzia non si limita solo alla dentatura. Comprende la malformazione delle ossa e le ripercussioni sulla persona. Queste infatti possono creare difetti dell’armonia del viso ed intralciare le funzioni della bocca come la masticazione e l’articolazione del linguaggio.

Si tratta di un approccio a 360 gradi su tutto il nostro sistema non limitandosi alla bocca. Le malocclusioni possono avere diverse cause e non sempre possono essere risolte con la sistemazione dei denti.

Il paziente ortognatodontico

In genere il paziente che necessita dell’ortognatodontista è nella fase di crescita. Tuttavia sempre più di frequente anche l’adulto richiede il suo intervento.

Di solito si tratta di fattori genetici o ambientali che influiscono sulla crescita che possono sviluppare una malocclusione. Tra i fattori dentali troviamo delle abitudini come la posizione della lingua, la suzione del dito e le alterazioni posturali. Queste sono in grado di creare alterazioni tra la muscolatura esterna ed interna alla bocca e subirne i relativi problemi.

Cause della malocclusione

Per la corretta diagnosi della malocclusione è necessaria la valutazione di diversi fattori. Bisogna porre attenzione alle caratteristiche occlusali e il quadro clinico familiare. Anche indagare su eventuali traumi a livello mandibolare che potrebbero implicare problemi di asimmetria.

Alcuni traumi subiti nell’infanzia possono causare ripercussioni nell’età adulta. Tra questi può esserci una dislocazione o un’anomalia dello sviluppo.

Potrebbe essere tuttavia un problema dentale. È possibile infatti che l’estrazione di un dente in assenza di un opportuno mantenimento dello spazio possa causare problemi. La lunghezza dell’arcata può ridursi (atrofia ossea) e creare una malocclusione.

Affidarsi ad un odontoiatra specializzato in ortognatodonzia significa avere una visione più ampia di quello che potrebbe essere il problema. Al contrario, un odontoiatra classico può limitare la diagnosi ad un semplice problema dei denti.

Dove poter rivolgersi ad uno specialista in ortognatodonzia

L’ortognatodonzia si pratica nella maggior parte degli studi odontoiatrici. È possibile anche in strutture ospedaliere attrezzate dopo aver visitato uno specialista.

Grazie alla possibilità di avere una diagnosi più completa, è possibile recuperare la perfetta funzionalità e benessere dell’intero apparato osteo-articolare.

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Odontoiatria

L’odontoiatria è un ramo della medicina che si occupa delle malattie che colpiscono denti, gengive, osso mascellare, articolazioni mandibolari e mucose orali. Non a caso la parola odontoiatria deriva dalle parole greche Stoma (bocca) e Gnatos (mascella). L’odontoiatria è la disciplina medica che si occupa dello studio e della cura di problematiche relative all’apparato stomatognatico.

Odontoiatria, un pò di storia

Le prime manipolazioni effettuate dall’uomo sui denti cariati risalgono addirittura al paleolitico. Si devono agli egizi, invece, le prime testimonianze scritte sulla cura dei denti, ben 4000 anni prima della nascita di Cristo, oltre alla prima ricetta scritta di un dentifricio.

Greci e Romani perfezionarono sempre di più l’arte medica e le tecniche che riguardavano la cura di denti e gengive.

Il termine odontoiatria, comunque, risale a fine ‘800. Fu coniato per indicare quel ramo della medicina che si dedica alla prevenzione, alla diagnosi e alla terapia medica delle patologie che colpiscono una o più parti dell’apparato stomatognatico:

  • Denti;
  • Gengive;
  • Ossa mascellari superiori;
  • Ossa mascellari inferiori (mandibola);
  • Articolazioni temporo-mandibolari;
  • Ghiandole salivari;
  • Tessuti neuro-muscolari;
  • Mucose orali.

Differenza tra dentista e Odontoiatra

“C’è differenza tra dentista e odontoiatra?”No, dentista e odontoiatra sono sinonimi. E indicano il professionista che si occupa della prevenzione, della diagnosi e della terapia di malattie che colpiscono denti, bocca, mascelle e relativi tessuti. Oggi in Italia, l’iscrizione all’albo degli odontoiatri è la condizione necessaria per poter esercitare la professione odontoiatrica.

I settori dell’odontoiatria

L’odontoiatria si divide in diverse branche, tra cui:

  • Chirurgia odontostomatologica, che si occupa dell’estrazione di denti che non è possibile curare in altro modo
  • Endodonzia, che cura le lesioni dei denti a livello pulpare
  • Gnatologia, che studia i rapporti tra diversi elementi dell’apparato stomatognatico
  • Igiene dentale, relativa alla prevenzione delle patologie del cavo orale
  • Implantologia, per la sostituzione di elementi dentali compromessi o mancanti
  • Ortognatodonzia, per la correzione delle malposizioni dei denti
  • Patologia e Medicina Orale, per la cura delle patologie relative alle mucose orali e alle ossa mascellari
  • Parodontologia, per tutte le problematiche che interessano il parodonto
  • Protesi dentaria, per la sostituzione degli elementi dentali mancanti
  • Odontoiatria conservativa, che restaura le lesioni a livello di dentina e smalto
  • Odontologia forense, riguardo alle caratteristiche odontoiatriche utilizzabili in ambito legale
  • Odontoiatria pediatrica e pedodonzia, rivolta agli infanti

Quando e perché fare una visita odontoiatrica

Lo scopo delle visite odontoiatriche periodiche è quello di valutare la corretta salute del cavo orale e dei denti. Consigliamo di effettuare la prima visita odontoiatrica ai bambini quando si sia completata la dentizione da latte, quindi dopo i tre anni. In questo modo il dentista potrà valutare la salute dei denti, diagnosticare precocemente eventuali problemi di crescita, di malocclusione e l’insorgenza di carie, oltre a istruire i genitori sulle corrette pratiche di mantenimento della salute orale dei più piccoli.

La prima visita odontoiatrica avrà anche l’importante compito di creare un rapporto positivo e di fiducia tra il giovane paziente e l’odontoiatra, cosa che faciliterà le successive sedute e lo svolgimento di eventuali interventi.

L’odontoiatria di mantenimento, per gli adulti, è fondamentale per garantire la conservazione il più a lungo possibile della salute generale della bocca, prevenendo lo sviluppo di problemi dovuti al deterioramento dello smalto, ad eventuali problemi di malocclusione o di masticazione, all’accumulo di placca e tartaro e all’utilizzo di farmaci. Le visite dovrebbero perciò essere effettuate regolarmente ogni sei mesi, procedendo anche a una seduta di pulizia dentale.

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Impianti zigomatici in Croazia?

Il turismo dentale ha sempre preso più piede negli ultimi anni in Italia. Non a caso sono molti i pazienti che, ad esempio, si sottopongono a interventi di impianti zigomatici in Croazia o in Romania ecc…

Ma come mai questo trend? Sicuramente la causa principale è il prezzo in quanto in linea di massima un impianto zigomatico in Europa dell’est costa meno rispetto ad un impianto in Italia. Sono quindi molti gli italiani che speranzosi partono con l’obiettivo di ritrovare il sorriso perduto. Ma attenzione, non è tutto oro quello che luccica: si deve infatti porre particolare attenzione alle tecnologie usate, al medico che vi opera oltre che all’affidabilità del centro.

Il rischio è che, pensando di risparmiare, vengano meno quegli elementi che sono imprescindibili per la vostra salute.

Impianti zigomatici in Italia

Lo Studio Cannizzo è il centro di implantologia più famoso in Italia perché rispetta rigorosamente le normative per la piena tutela dei pazienti. All’interno dello Studio Cannizzo il paziente viene sottoposto ad interventi in sedazione cosciente con le tecniche più all’avanguardia. Inoltre lo studio, per venire incontro alle numerose richieste ed esaudire il vostro sogno di un sorriso perfetto, offre i propri impianti zigomatici ad un prezzo davvero eccezionale. Oltre a ciò, propone vantaggiose forme di finanziamento (Cofidis) o pagamenti con piccole comode rate a tasso zero (Pagodil).

6 buoni motivi per non fare un impianto zigomatico all’estero

Sulla salute non si scherza! E’ importante capire quali sono i motivi per cui è meglio scegliere la professionalità e la qualità italiana dello Studio Cannizzo.

  1. Grande esperienza del Dottor Cannizzo in implantologia zigomatica
  2. Prezzi ormai vantaggiosi
  3. Potrai evitare il turismo dentale e tutti i problemi legati alla qualità e, oggi, alla salute (Covid-19)
  4. Eccellente rapporto qualità prezzo
  5. Pagamenti agevolati con finanziamenti o piccole rate a tasso zero
  6. Controlli e manutenzione più semplici

Per concludere, conviene un impianto zigomatico in Croazia? Crediamo proprio di no, se proprio si vuole partire è meglio farlo per una bella vacanza!

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Atrofia ossea

L’atrofia ossea è una conseguenza comune della perdita di denti e della parodontite cronica. Nel caso di quest’ultimo problema, il batterio erode gradualmente la mandibola sottostante e i legamenti che collegano il dente all’osso. La causa più comune rimane la perdita di denti dove non è stato fatto un impianto per sostituirli.

La mascella ha bisogno della pressione e dello stimolo della masticazione per mantenersi. Quando viene a mancare, l’osso si riassorbe. Solo nel primo anno dopo l’estrazione del dente si perde il 25% dell’osso. Questa continuerà ad aumentare nel tempo.

Cause

La perdita ossea si verifica nell’osso che circonda e sostiene il dente, noto come osso alveolare. Questo forma le creste in cui sono presenti i denti. L’atrofia si verifica sia verticalmente sia orizzontalmente.

La rimozione dei molari superiori può causare un’ulteriore riassorbimento dell’osso. La causa è l’espansione della cavità del seno. In mancanza del dente, la pressione dell’aria nella cavità può causare il riassorbimento.

L’atrofia ossea può anche essere causata dai denti disallineati che intralciano la normale masticazione. In questo modo lo stimolo all’osso è compromesso.

Un’altra possibile causa può essere un’infezione dell’osso che provoca il suo riassorbimento.

Atrofia ossea e protesi dentale

La sostituzione dei denti con delle protesi totali o parziali non risolve il problema. La protesi esercita una pressione minima durante la masticazione rispetto ai denti normali.

Queste possono anche causare un’accelerazione della perdita dell’osso consumando la cresta ossea su cui è posizionata. Ogni volta che mordi o mastichi qualcosa, fai pressione sulla cresta, provocando il suo riassorbimento. Di conseguenza la protesi deve essere riadattata per sistemare punti in cui provoca dolore o difficoltà nella masticazione.

Perdita di densità ossea

La perdita di densità ossea consiste nell’aumento di porosità dell’osso. Le cause di questo fenomeno possono essere una dieta sbagliata, squilibri ormonali, malattie, stile di vita o la perdita di denti. Si tratta di un problema meno comune dell’atrofia ossea, ma dobbiamo prestare attenzione.

Grazie alla tecnologia odierna è possibile rilevare in anticipo la bassa densità ossea. Nella radiografia il colore dell’osso è più bianco se la sua densità ossea è maggiore. Questo dà la possibilità di evitare le zone critiche o di sistemarle.

Atrofia ossea: prevenzione

L’atrofia ossea può essere prevenuta inserendo un dente sostitutivo. Questo sarà in grado di esercitare la stessa pressione di un dente naturale. Ciò viene eseguito immediatamente dopo l’estrazione del dente sostituendolo con un impianto dentale, un ponte o una protesi fissa supportata da impianti.

Un impianto ad un singolo dente o un ponte con tre o più denti supportati da impianti, forniscono una masticazione pari al 99% della forza che avrebbe naturalmente.

Rialzo del seno mascellare

Un altro trattamento utile per l’atrofia ossea è il rialzo del seno mascellare. Quest’ultimo è una cavità vuota che si trova nell’osso mascellare, sotto gli zigomi, rivestito da una mucosa.

Esistono due tipi di rialzo: il grande rialzo e il mini rialzo. La differenza sta nel punto di accesso all’osso. Nella prima viene sollevata la gengiva fino alla base dello zigomo e viene cerato un foro per un innesto. Il mini rialzo invece sfrutta il foro per l’inserimento dell’impianto.

Innesto osseo

In caso l’atrofia ossea sia tale da non poter posizionare un impianto dentale, è possibile ricorrere ad un innesto osseo. Infatti l’impianto ha bisogno di un’altezza sufficiente della cresta, e anche di una larghezza sufficiente se si tratta dei molari.

L’innesto è utile anche per riparare un osso danneggiato o perso attorno ai denti. Non solo andrà a sostituirlo, ma va a stimolarne la ricrescita fino a sostituire completamente l’innesto. Esistono diverso tipi di materiali utilizzati che vanno anche in base al paziente.

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