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Impianto zigomatico rischi e controindicazioni

Gli impianti zigomatici sono quelli che andranno ad aiutare il paziente in determinati casi, come ad esempio la mancanza di struttura ossea della mascella. Questo genere di perdita avviene nel momento in cui si creano delle complicazioni nel cavo orale di una persona.

Il problema principale è quando una persona resta tanto tempo senza denti. Questo può verificarsi per l’età, malattie paradontali, l’utilizzo di protesi etc.

In pratica, la mancanza del dente non crea stimolazione così facendo, l’osso si riassorbe col tempo. Quindi, quando non c’è spazio per posizionare gli impianti dentali convenzionali, vengono scelti quelli zigomatici.  Successivamente, spiegheremo l’impianto zigomatico con rischi e controindicazioni che questo tipo di intervento può comportare e quando non vanno assolutamente inseriti.

Impianto zigomatico rischi e controindicazioni: quali sono?

I possibili problemi o complicazioni che possono causare gli impianti zigomatici sono principalmente legati all’infiammazione, il sanguinamento e infine il dolore ma in modo moderato durante le prime ore.

Inoltre, potrebbero esserci complicazioni come:

  • Parestesia del nervo zigomatico;
  • Perimplantite;
  • Infezione postoperatoria.

E invece per quanto riguarda le controindicazioni, possiamo affermare che gli impianti zigomatici non sono raccomandati per:

CUORE:

  •  Malattia del cuore;
  • Infarto recente;
  • Grave insufficienza cardiaca, cardiomiopatie.

VARIE:

  • Cancro in evoluzione, alcune malattie delle ossa;
  • Alcune malattie immunologiche, trattamenti immunosoppressivi, AIDS dichiarato, trapianto d’organo in attesa;
  • Alcune malattie psichiatriche.

ETÀ:

  • Non prima della fine della crescita delle ossa mascellari (quindi fino i 18 anni);
  • Al contrario in età avanzata, se non si presentano complicazioni come quelle citate precedentemente si può agire senza problemi.

INOLTRE È SCONSIGLIATO ANCHE PER:

  • Chi soffre di diabete (soprattutto insulino-dipendente);
  • Chi consuma alcol e tabacco in modo eccessivo;
  • Alcune malattie psichiatriche;
  • Gravidanza.

INVECE LE CONTROINDICAZIONI LOCALI SONO:

  • Una quantità di osso insufficiente;
  • Alcune malattie del rivestimento della bocca;
  • Malattia parodontale (allentamento), le gengive devono essere prima pulite e la malattia stabilizzata;
  • Bruxismo;
  • Un rapporto di occlusione sbilanciato (tra i denti superiori e inferiori);
  • Scarsa igiene della bocca e dei denti.

 

LE COMPLICAZIONI (in caso di chirurgia orale o impianti) POSSONO ESSERE GRAVI.

Impianto zigomatico: i rischi immediati

Anestetico: sebbene è molto rara, è sempre meglio tenerla in considerazione. Tuttavia, questo tipo di anestesia è molto comune e spesso i soggetti “a rischio” sono già noti.
Infezioni: l’infezione post-operatoria anche questa molto rara.
È un ascesso adiacente o un’infezione dei tessuti molli intorno all’osso mascellare o un’infezione dei seni (sinusite). Infatti per evitare questo tipo di problema solitamente viene prescritta una terapia antibiotica.
Problemi di sangue: in ogni operazione; anche nelle operazioni orali potrebbero esserci delle emorragie o degli ematomi.
Però non è grave nella stragrande maggioranza dei casi.

Problemi di nervi (lesioni): invece per quanto riguarda i nervi, a livello della mandibola è presente il nervo sensoriale del labbro e il mento che viaggia nell’osso (tra premolari e molari).
Questo è il motivo per cui è necessario uno scanner per posizionarlo in modo adeguato.
Capita però, in casi molto rari che il nervo venga colpito durante l’operazione. Potrebbe essere un problema di errore tecnico, scarso apprezzamento dello scanner, paziente in movimento ecc.
Ciò si traduce in una ridotta sensibilità del labbro e del mento (non paralisi). Di solito, con un trattamento adeguato, questi disturbi sono reversibili.
Eccezionalmente, potrebbe esserci anche una lesione del nervo linguale che provoca l’anestesia del bordo della lingua.

I rischi tardivi

Rigetto: Ovvero una non integrazione dell’impianto.  Si manifesta nelle settimane o nei mesi successivi all’inserimento dello stesso.
Il materiale che si utilizza negli impianti zigomatici è il titanio puro, inoltre utilizzato anche per la chirurgia ortopedica, ad esempio per protesi dell’anca e quant’altro. È molto ben tollerato dall’organismo e finora non sono state segnalate reazioni di rigetto o allergia. In caso raro di rigetto, le cellule ossee non hanno aderito all’impianto ed esso non è quindi “saldato” all’osso, sarà necessario rimuovere l’impianto. Questo è il motivo per cui generalmente aspettiamo dai 2 ai 6 mesi prima di realizzare la protesi definitiva sull’impianto.
Inoltre per conservare al meglio l’impianto, bisognerebbe mantenere un’ottima igiene orale e dimezzare il consumo del tabacco in caso di fumatore.

 Oppure esiste un fallimento tardivo che si può creare dopo un anno o più dal posizionamento dell’impianto.
Può essere dovuto a fattori meccanici, all’allentamento dell’impianto (come per un dente naturale), a una mancanza di igiene o ad una cattiva condizione generale.

E cosa comporta? In primo luogo la perdita dell’impianto, che non regge più oppure più raramente una frattura di esso. Si raccomanda infatti di mantenere sempre un’ottima igiene orale e di mantenere regolari visite di controllo.

A livello globale, questo riguarda il 5% degli impianti inseriti. Il 100% di successo non esiste per i trattamenti implantari. Tuttavia, se possibile, un impianto può essere riposizionato nello stesso sito alcune settimane o mesi dopo, e in molti casi questo secondo tentativo ha successo.

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Patologie delle mucosi orali

La salute della tua mucosa orale è fondamentale, deve essere presente il controllo di essa nella tua routine di visita odontoiatrica.
Il riconoscimento di lesioni di varia natura è fondamentale per capire fin da subito quale cura, trattamento e terapia chirurgica e\o farmacologica associare al tuo malessere.
In caso di ritardo della diagnosi, questo può causare un problema medico-legale al dentista e un problema clinico per il paziente. Il presente articolo tratterà in modo specifico alcune delle malattie più comuni pericolose o meno della mucosa orale.

Patologie delle mucosi orali: herpes

Cos’è?

L’herpes deriva dal virus dell’herpes simplex (HSV). Provoca la formazione di piaghe o vesciche dentro o intorno alla bocca o ai genitali, così come altri sintomi.
Esistono due tipi di HSV:

  • L’HSV-1 causa l’herpes orale, che di solito colpisce la bocca e la pelle circostante.
  • L’HSV-2 causa l’herpes genitale, che di solito viene trasmesso sessualmente.

In questo paragrafo descriviamo l’herpes orale.

Sintomi

Ciò accade quando per la prima volta l’infezione entra in circolo.

  • piaghe e vesciche
  • dolore e prurito
  • linfonodi ingrossati
  • febbre
  • stanchezza e una sensazione generale di malessere

Nella maggior parte dei casi, le lesioni guariscono senza lasciare cicatrici.

Trattamento

Potresti utilizzare metodi casalinghi e non:

  • Casalingo: tampona l’amido di mais sulla zona interessata
  • Casalingo: applicare il gel di aloe vera sulle piaghe
  • Non casalingo: usa antidolorifici, come paracetamolo o ibuprofene.

Patologie delle mucosi orali: lingua fissurata

Cos’è?

La lingua fissurata è una patologia dove potresti ritrovare dei piccoli solchi sulla superficie dorsale (superiore) della lingua.

Cause

Alcuni ritengono che la lingua screpolata sia solo una variazione del normale.

Inoltre le cause possono essere diverse.

Ad esempio, Il fatto che la tua lingua sia spaccata può essere causato dal fatto che non bevi abbastanza, quindi disidratazione. Oppure potresti avere un importante carenza di ferro.
Un altro sintomo è il mughetto orale. A volte, in casi più estremi si potrebbe verificare la lingua fissurata per malattie più gravi. Ad esempio il diabete. Inoltre la lingua fessurata e la lingua geografica possono verificarsi insieme e alcuni ritengono che queste due condizioni siano correlate.

Trattamento

La lingua fessurata è una condizione innocua di solito senza sintomi associati.
Quindi di solito non c’è bisogno di un particolare trattamento.
Un consiglio importante però è quello di mantenere viva la tua igiene orale compresa la spazzolatura della superficie superiore della lingua per rimuovere eventuali residui di cibo dalle fessure.
La pulizia della lingua ti potrà aiutare a prevenire l’irritazione e il possibile alitosi.
Non utilizzare solo uno spazzolino da denti normale, chiedi in farmacia un dispositivo per la pulizia della tua lingua.

Patologie delle mucosi orali: lingua a cartina geografica

Cos’è?

La lingua geografica è una condizione infiammatoria ma innocua che colpisce la superficie della lingua. Potrai notare su di essa delle piccole sporgenze rosse e bianche.
Non è un particolare campanello d’allarme questa patologia, può essere causata anche da una sensibilità particolare a diversi tipi di cibi: spezie, dolci, sale, etc.

Sintomi

  • Macchie (lesioni) lisce, rosse sulla parte superiore o laterale della lingua
  • Cambiamenti frequenti nella posizione, dimensione e forma delle lesioni
  • Dolore o sensazione di bruciore in alcuni casi, molto spesso legati al consumo di cibi piccanti o acidi

Molte persone con la lingua geografica non hanno sintomi. La lingua geografica può durare qualche giorno o anni, andare via e sparire o ritornare.

Trattamento

In questo caso non ci sono trattamenti, il problema si risolve da solo. Un consiglio è quello di evitare cibi particolarmente speziati, piccanti o salati.

Fessura di Stillman

Cos’è?
La fessura di Stillman è un difetto mucogengivale di forma triangolare che possiamo ritrovare sulle gengive.

È una manifestazione patologica che si estende dall’attaccatura gengivale vicino a dente e si può estendere, ha diverse caratteristiche. E’ stata descritta dallo stesso Stillman come una recessione conseguente a trauma occlusale, ma ad oggi non esistono ancora studi che hanno accertato la teoria.

Sintomi e cause

Inoltre sono stati associati diversi sintomi possibili che sono, in primo luogo l’infiammazione della zona interessata e l’abbassamento gengivale. Una causa è proprio il trauma da spazzolamento che può arrossare o abbassare le gengive oppure un utilizzo scorretto del fino interdentale.  Una seconda causa è legata a fattori cronici in grado di ulcerare l’epitelio in seguito creando un difetto non indifferente di forma triangolare sulla gengiva.

 Trattamento

Il trattamento in questo caso è chirurgico. Si tratta di un vero e proprio intervento chirurgico plastico gengivale nello specifico. Consisterà nel portare la gengiva che si è abbassata al suo stato originario.

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Storia della dentiera

Al giorno d’oggi, possiamo definire che sia molto facile sostituire un dente mancante o crearne dei nuovi per qualsiasi motivo insomma. Esistono diversi tipi di sostituzione dei tuoi denti, dai ponti, agli impianti, alle protesi e quant’altro. Infatti esistono molte opzioni per migliorare ciò che non ritieni perfetto del tuo sorriso.
Ma fino a pochi anni fa questi desideri non erano realizzabili.
Diciamo che negli anni precedenti, le persone si trovavano in grande difficoltà al momento della sostituzione dei denti. Bisognava ricorrere a misure esterne.
Continua a leggere il nostro articolo e in pochi passaggi conoscerai questa affascinante e particolare storia della dentiera e alcuni dei materiali unici che le persone hanno utilizzato per sostituire i loro denti nell’arco degli anni.

Storia della dentiera: la prima protesi

Se si parla di storia, i primi ad utilizzare delle protesi dentarie e a integrarle nella vita quotidiana furono gli antichi egizi. Avvenne la prima protesi nel 1.500 a.C.
Esse venivano fatte con dei denti umani e poi messe insieme con fili d’oro. In seguito agli egizi, arriviamo noi italiani con nuove protesi dentali, nel 700 a.C. per l’esattezza.
Gli italiani infatti utilizzarono i denti degli animali per la sostituzione dei propri. Inoltre questo metodo era utilizzato anche delle tribù degli indigeni nel Messico. In particolare in queste tribù era norma utilizzare i denti del lupo per rimpiazzare i propri. Il dente veniva semplicemente inserito in quello spazio in cui una volta si trovava il dente naturale.
Invece gli antichi Maya, erano molto creativi sotto questo aspetto, tanto che sostituivano lo spazio mancante con pietre scolpite, pezzi di ossa o persino conchiglie.
Comunque anche il processo con cui inserivano il materiale era molto azzeccato. Perché questi materiali li avrebbero fusi con l’osso mascellare del paziente e si otteneva una correzione permanente.

George Washington e le protesi in legno

Ora parliamo di un personaggio statunitense molto famoso: George Washington, probabilmente se conosci il personaggio avrai sicuramente sentito parlare di denti di legno. Iniziò a perdere i denti molto giovane e all’età di 24 anni non ne possedeva già più. Contrariamente al mito popolare che si è sparso col tempo,  in realtà George Washington non indossava protesi in legno.
In realtà indossava protesi d’avorio fatte di zanne di ippopotamo. Inoltre in questo periodo storico erano famose anche altri tipi di protesi: fatti di zanne di tricheco, ippopotamo o elefante.  Vennero utilizzate fino all’inizio del 1800. Inoltre venne attribuito l’onore della scoperta delle prime protesi dentali in legno ai giapponesi. La prima persona che utilizzò una protesi dentale in legno fu una sacerdotessa che abitava nella provincia di Kii.  Grazie a lei questo stile di protesi venne utilizzata anche in seguito da molte persone, fino alla fine del diciannovesimo secolo.

Storia della dentiera: il 1800

Invece nel 1800, ci fu un boom nel consumo dello zucchero in Europa. Questo stile di vita ha fatto sì che le persone perdessero i loro denti molto giovani. Già a 50 anni la maggior parte della popolazione aveva problemi dentali. Questo, ha portato in seguito ad aver bisogno di un modo per sostituirli. In una morbosa svolta degli eventi, i denti dei soldati morti durante la battaglia di Waterloo vennero utilizzati come protesi dentali per le persone.
I denti venivano estratti dal cadavere e inseriti su una base d’avorio. Inoltre questo tipo di protesi era molto richiesta e proprio a causa di questa popolarità che ottennero ci furono dei problemi. Ovvero molti ladri, andavano a rubare i denti dei morti nelle tombe  e in seguito li vendevano. Capitava inoltre che le persone più povere si staccavano i denti e li vendevano per fare qualche soldo.
In fine a metà del 1800 venne utilizzata la porcellana, ma non tutti potevano permettersela quindi ci fu la sostituta che fu una protesi in gomma indurita. Utilizzata fino al ventesimo secolo. Fino a quando la resina acrilica non è diventata norma tutt’oggi.

L’inizio degli impianti dentali

Tutt’oggi un sostituto della protesi mobile è anche l’impianto dentale. Anche se le protesi sono ancora molto utilizzate, gli impianti dentali stanno diventando un modo preferito per sostituire un dente mancante.
Questo tipo di tecnologia iniziò intorno agli anni ’50. Quando un chirurgo ortopedico svedese vide che l’osso si sarebbe fuso con il titanio e così facendo si rese conto che questo legame era indistruttibile. Gli impianti dentali di oggi hanno fatto molta strada da allora, ma la tecnologia è sicuramente diversa dai metodi di sostituzione dei denti del passato.
Comunque sia è giusto ricordare che i denti in legno, avorio e quant’altro sono stati un grande passo per arrivare alla tecnologia attuale. È fondamentale prendersi cura dei propri denti, in modo da poterli mantenere naturali nei tuoi anni d’oro.

Cercando di capire quale è meglio, dipende dalle tue esigenze. Tuttavia, per durata, longevità e funzionalità, gli impianti sono l’opzione migliore.

Differenza tra ponte e impianto

Partiamo col dire che sicuramente per la maggior parte delle persone, perdere i denti può essere una brutta situazione esteticamente parlando. Ma per fortuna nel settore dentistico ci sono alcune opzioni che ti aiuteranno a per mantenere il tuo sorriso perfetto e intatto. Quindi le due opzioni più popolari sono sicuramente il ponte dentale e l’impianto. Scopriamo insieme la differenza tra ponte e impianto.

Ponte e impianto dentale possiamo definirle entrambe ottime soluzioni. Molte persone in Italia hanno un impianto dentale o un ponte e circa il 90% ne è soddisfatto.

La differenza principale tra di essi è che il ponte è più economico e eccellente per una sostituzione veloce. Invece l’impianto una volta inserito non avrai bisogno di spendere soldi in futuro. Per capire quale dei due sia meglio, devi guardare le tue esigenze. Tuttavia, per durata e funzionalità, gli impianti sono senza dubbio l’opzione migliore.

Cos’è un impianto dentale e perché sceglierlo

Ma che cos’è un impianto dentale?
In sintesi possiamo definirlo un dente finto progettato per la tua dentatura. Viene inserito con un perno in titanio, estirpando la radice morta. Questo perno trattiene il dente artificiale al suo posto. Nei casi degli impianti zigomatici, l’impianto è innestato direttamente nell’osso zigomatico. Ma quindi, perché scegliere un impianto dentale? L’impianto è la soluzione migliore se si dispone di una cavità che può essere riparata, il riempimento può salvare il dente naturale. Invece se la radice del dente è morta o comunque non è più salvabile anche la radice deve essere rimossa.
Dopo di ciò verrà inserito il dente artificiale che ti donerà l’estetica e la funzionalità richiesta.  È una soluzione permanente e solitamente le persone scelgono questa opzione.

Solitamente il costo di un dente impiantato varia dai 1.200 euro ai 3.000 euro.
Invece il prezzo di un’arcata parte dai  4.000 euro fino a un massimo di 30.000 euro.

Pro e contro dell’impianto

La scelta di molte persone è proprio l’impianto perché oltre a dare la sensazione di dente naturale hanno soprattutto dalla loro parte che sono duraturi. Gli impianti sono molto sicuri, però come in ogni operazione chirurgica ci sono possibili complicazioni. Un contro, uno svantaggio di questi impianti dentali è la spesa, non sono affatto economici come già citato nel paragrafo precedente. Perciò la soluzione migliore è parlare con un dentista e il tuo assicuratore prima di scegliere questa opzione per discutere dei costi.

Però nonostante costino così tanto è un acquisto che non dovrai più fare. Non dovrai più preoccuparti per tutta la vita di quel dente o quell’arcata sostituita.

Cos’è un ponte e perché sceglierlo

I ponti dentali sono un’altra possibilità utilizzata quando un dente naturale non può più essere recuperato. I ponti dentali offrono la funzione estetica di un impianto, sono più economici, ma non offrono gli stessi vantaggi di un impianto. I ponti non sono impiantati nelle gengive, come un impianto dentale ed è essenzialmente una corona che si adatta al resto della bocca e può durare per decenni con la dovuta cura.

Perché scegliere un ponte

I ponti sono un metodo veloce per la sostituzione dei denti. Sono costruiti per adattarsi tra due denti esistenti e mantenere il tuo sorriso più giovane che mai. Se non stai cercando un’opzione permanente e più funzionale e hai solo bisogno di una rapida sostituzione, questa potrebbe essere la strada da percorrere. Sebbene questa sia un’opzione molto popolare per le persone a cui manca un dente, è importante sapere che i ponti devono rimanere puliti e ben mantenuti per durare una notevole quantità di tempo.

Quanto costa un ponte?

I ponti sono più economici degli impianti, per il semplice motivo dello stesso lavoro dentale richiesto e degli interventi chirurgici aggiuntivi coinvolti in un impianto.

I ponti possono costare ovunque tra i 500 e i 1.200 euro.

Può sembrare un enorme vantaggio, ma potrebbero esserci più costi di manutenzione e future sostituzioni, su tutta la linea. E in termini di durata, i ponti non sono all’altezza degli impianti.

Differenza tra ponte e impianto

Ora conosciamo entrambe le soluzioni per la sostituzione dei nostri denti.

A più del 35% degli italiani manca almeno un dente e ben il 70% ha come soluzione il ponte dentale. Questi numeri sono alti ed è difficile non notare quanto sia più popolare il lavoro dei ponti rispetto agli impianti, ma ne vale la pena?

Cercando di capire quale è meglio, dipende dalle tue esigenze. Tuttavia, per durata, longevità e funzionalità, gli impianti sono l’opzione migliore.

Chirurgia odontostomatologica

La chirurgia odontostomatologica (o orale) è la chirurgia che si occupa di problemi odontoiatrici che richiedono un intervento chirurgico. Le aree di competenza di questa branca sono in particolar modo l’implantologia e la parodontologia, che possono essere svolte da odontoiatri, chirurghi maxillo-facciali o da medici specialisti. Questo tipo di chirurgia tratta la diagnosi, la prevenzione e cura attraverso la medicina di determinati tipi di malattie, traumi, lesioni o difetti che possono essere sia naturali che acquisiti con il passare del tempo.

Ciò può includere: i denti, le gengive, la lingua, il palato, la mucosa orale, le ghiandole salivari, le labbra, le tonsille, mascelle, muscoli, e quant’altro. Insomma tutto ciò che compone la cavità orale.

Inoltre Tramite la chirurgia orale, viene eseguita anche la levigatura delle radici o, ancora, interventi per l’aumento dello spessore osseo, innesti gengivali, rimozione di cisti dentali o tumori del cavo orale.

Quanti tipi di chirurgia odontostomatologica esistono?

Esistono diversi tipi di chirurgia orale, comprese le procedure chirurgiche come la rimozione di un dente o di un canale radicolare.
Alcuni interventi di chirurgia orale comportano il riposizionamento della mascella. In altri casi, la chirurgia orale può trattare addirittura la rimozione di un tumore. Gli interventi chirurgici orali possono essere eseguiti da uno qualsiasi dei diversi tipi di specialisti dentali, inclusi endodontisti, parodontologi e odontotecnici. Dipende sempre dal tipo di problema che devi trattare.
Ma esistono alcuni tipi di chirurgia orale che sono più comuni rispetto ad altri ed essi sono:

Quali sono le operazioni che la riguardano?

  • L’estrazione di un dente in ogni caso che sia un’operazione semplice o complessa, la rimozione di un dente necessita un intervento odontostomatologico.
  • Il dente del giudizio, magari il dente del giudizio cresce in una posizione sbagliata all’interno dell’arcata dentale
  • Si tratta della rimozione chirurgica dell’area terminale della radice.
  • Rialzo del seno mascellare questo invece è un intervento che spesso rappresenta la fase preliminare per operazioni come innesti o impianti o ancora, per esempio rimozione di cisti o tumori del cavo orale.
  • Gengivectomia, è l’estrazione chirurgica di un tessuto gengivale.
  • Chirurgia paradontale Questo tipo di chirurgia tratta l’organo di sostegno del dente ed è costituito da gengiva, legamento parodontale, cemento radicolare e osso.

Inoltre fanno parte della chirurgia odontostomatologica anche interventi più semplici come l’impiantologia. Ovvero l’impiantazione di denti artificiali fatti su misura per la nostra cavità orale.  Questo intervento può essere un intervento secondario che servirà appunto per riempire eventuali buchi causati da estrazioni di denti malati.

La diagnosi e come viene trattata

La diagnosi viene effettuata in tre fasi differenti:

  1. La fase in cui analizzano il problema
  2. In secondo luogo troviamo la fase dove si effettua una valutazione più concreta del problema in fase al materiale raccolto nella prima fase
  3. E infine troviamo la fase diagnostica dove viene suddivisa a sua volta in: diagnosi differenziale e diagnosi definitiva

In seguito si inizierà ad operare, e viene effettuata l’anestesia orale. È una pratica decisiva in odontoiatria.
Alla fine dell’operazione chirurgica orale ti verranno somministrati dei farmaci di natura antibiotica per concludere al meglio la terapia. Inoltre per la prevenzione e il controllo dell’infiammazione post-operatoria, la chirurgia può anche prevedere l’utilizzo di cortisonici.

Infine la dimissione del paziente:
Ti verranno consegnati delle istruzioni e raccomandazioni da seguire al 100%, questa sarà l’ultima fase della tua operazione chirurgica.

Chirurgia orale infantile

Anche i bambini come gli adulti possono sottoporsi a operazioni chirurgiche. Saranno operazioni più delicate. Infatti sono stati studiati dei macchinari , apparecchiature e tecniche moderne  proprio per i pazienti in età pediatrica. Sono efficaci e garantiscono ottimi risultati.
Sarà lo stesso dentista che deciderà in che modo intervenire.
Egli dovrà operare utilizzando le tecniche specifiche per questa età di pazienti e per il tipo di chirurgia da svolgere. Ai più piccoli, però, verrà riservato un trattamento specializzato.
L’operazione più comune svolta sui bambini è l’estrazione dei denti da latte.
Invece per quanto riguarda i ragazzi in fase di adolescenza o pre adolescenziale l’intervento più comune è l’estrazione del dente del giudizio.
Un’altra operazione molto comune per i bambini è la frenulectomia, ovvero l’operazione per ridurre la tensione delle gengive tramite bisturi o laser, facendo una piccola incisione al frenulo labiale superiore e inferiore. Però verrà effettuata solo quando il paziente perderà i denti da latte e li avrà sostituiti con i denti definitivi.

 

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Gnatologia

La gnatologia è una branca dell’odontoiatria che si occupa dell’apparato stomatologico. Comprende prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione di condizioni parafisiologiche che potrebbe compromettere l’apparato.

Lo scopo della gnatologia è il ripristino della corretta occlusione. Ovvero il corretto equilibrio delle arcate dentali per risolvere problemi nella postura e nell’apparato scheletrico generati da disequilibri in tali strutture. Il contatto tra le arcate dentali, le ossa cranio-mandibolari e i muscoli mandibolari sono strettamente correlati fra loro.

Un esame gnatologico può evidenziare malocclusioni o disturbi dell’articolazione cranio-cervo-mandibolare.

Perché rivolgersi ad uno gnatologo

La gnatologia, come abbiamo detto, tratta patologie a carico delle articolazioni della bocca e di tutti gli organi ad esso connesse. Di conseguenza causano alcuni problemi correlati come dolori a collo, orecchio o mascella. Altri disturbi possono essere mal di testa o acufene che risultano particolarmente fastidiosi. Tutto ciò può essere causato da malocclusioni, bruxismo o problemi di masticazione. Disturbi nella postura, accompagnati o meno da dolore alla schiena, alle spalle e alle gambe possono essere causati da problemi alla mandibola.

In questi casi lo gnatologo può visitarti e capire come agire per risolvere il problema. Durante la visita il medico chiederà della storia clinica per capire le cause. Si passerà poi a fare gli esami. I più comuni sono la risonanza magnetica, l’ortopanoramica e la Kinesiografia della mandibola. Quest’ultima rileva il movimento di apertura e chiusura della bocca durante la masticazione e la deglutizione.

Gnatologia e postura

L’articolazione mandibolare è collegata alle strutture anatomiche che condizionano i movimenti. I muscoli della mascella sono collegati al cranio e, indirettamente, alla colonna cervicale. Questa è fondamentale per la postura del corpo.

Di conseguenza, la malocclusione o problemi all’articolazione temporo-mandibolare, sono da considerare variabili chiave nel trattamento della colonna. In condizioni normali la mandibola si muove senza sovraccaricare la struttura mandibolare o la colonna cervicale. La malocclusione causa uno schema motorio rigido che logora le diverse strutture coinvolte.

Il corpo tende a compensare questo squilibrio scheletrico causando una anomalia posturale.

Bruxismo e mal di testa

Il bruxismo è il digrignamento involontario dei denti che avviene solitamente durante la notte. In alcuni casi può presentarsi anche durante il giorno, in genere quando è presente uno stato di stress. Questo digrignamento più avere intensità e durate differenti.

In gnatologia il bruxismo è definito parafunzione, ovvero un movimento senza alcuno scopo finale.

Di norma le due arcate non entrano in contatto in posizione di riposo, lasciando un piccolo spazio tra le due. Nei casi di malocclusione queste sono a contatto ed innescano il digrignamento. Il bruxismo causa l’affaticamento della mandibola, mal di testa, ticchettio della mascella o mal d’orecchi. Può portare a gravi conseguenze livellando i denti ed esponendo la dentina oltre a causare danni alle gengive o portare alla piorrea.

La causa di questo disturbo non è chiara, ma quella più probabile è di origine psicologica. Ma studi evidenziano come potrebbe essere causata da un non corretto allineamento delle arcate dentali.

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Quanto dura un impianto zigomatico

Per chi ha necessità di un impianto con poco osso, è necessario prima sapere quanto dura un impianto zigomatico. Questo tipo di impianto sfrutta l’osso zigomatico per i pazienti che soffrono di atrofia ossea mascellare.

La vita sua media è di 10/15 anni. Questa varia in base a diversi fattori dei singoli casi. A volte è necessario rimuoverlo precocemente a causa di danni o problemi all’impianto. Esistono infatti delle condizioni che possono rendere necessaria una rimozione.

È possibile che duri tutta la vita?

Quando pensiamo a quanto dura un impianto zigomatico dobbiamo pensare che come ogni cosa è soggetta ad usura. Un impianto su una persona anziana è possibile che duri per tutta la sua vita, mentre una persona giovane dovrà necessariamente cambiarla con il tempo.

Uno stile di vita corretto e una buona igiene orale sono necessarie per allungare la vita alla tua protesi. È possibile anche arrivare a 20 anni. Una cattiva manutenzione al contrario sarà la causa di una sostituzione prematura.

Cause per la rimozione dell’impianto

In alcuni casi è necessario rimuovere l’impianto zigomatico prematuramente. Esistono due tipi di fallimento dell’impianto: precoce e tardivo. Il primo avviene nei primi mesi dopo il posizionamento dell’impianto. La causa è la mancata o non sufficiente osteointegrazione e ciò compromette la guarigione. Viene scatenata da un’infezione da malattie sistemiche, dall’assunzione di determinati farmaci cronici. Anche abitudini viziose come il fumo possono interferire con la guarigione delle ferite.

Il fallimento tardivo può avvenire in qualsiasi momento, anche dopo un anno. Le cause possono essere degli errori prostetici, atteggiamenti sbagliati ripetuti nel tempo o anche la perimplantite. Quest’ultima è una patologia grave causata da un’infezione batterica attorno all’impianto. È possibile evitarla con una buona igiene orale. Infatti in questo modo si eliminano i batteri nocivi dalla bocca.

Quanto dura un impianto zigomatico: frattura dell’impianto

Un’ultima causa che porta alla rimozione dell’impianto è la frattura dello stesso. Infatti un impianto dentale dura più a lungo avendo le giuste attenzioni, ma non sempre possiamo evitare la rottura. Infatti può essere causata da un’errata pianificazione dell’impianto, ma anche da uno svitamento o da un sovraccarico alla forza masticatoria.

Bisogna tener conto che la frattura non è una circostanza comune, ma avviene con una percentuale molto bassa. La causa più comune è quella dello svitamento che provoca un’instabilità della protesi. Per risolvere il problema sarebbe necessario sostituire o riavvitare nel più breve tempo possibile. Questo eviterà che tutto l’impianto si danneggi.

I punti in cui si frattura sono di solito quelli dove la forza e la pressione della masticazione sono più forti.

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Impianti zigomatici: complicanze

Gli impianti zigomatici sono l’alternativa ideale per le persone che soffrono di atrofia ossea. Si tratta di un impianto che non va inserito nel osso mascellare, ma nell’osso zigomatico. Questa tecnica può evitare al paziente altre procedure come il rialzo del seno mascellare o l’innesto osseo. Non si tratta però di una procedura senza rischi. Vediamo le complicanze degli impianti zigomatici.

Sinusite

Una delle complicanze dell’impianto zigomatico è la sinusite. Il posizionamento dell’impianto può creare un’infiammazione della membrana del seno. Questa è causata dalla presenza di un corpo estraneo. Si tratta di una delle più frequenti complicanze dell’impianto.

Esistono delle tecniche alternative che hanno una minor probabilità di causare la sinusite.

Impianti non osteointegrati

Le cause legate alla mancanza di osteointegrazione includono surriscaldamento, contaminazione e traumi durante l’intervento. Anche la qualità o quantità di osso possono influire sulla stabilità.

Tra le complicanze degli impianti zigomatici, questa ha una frequenza media molto bassa. L’osso zigomatico è particolarmente indicato per la osteointegrazione degli impianti. Infatti non è soggetto alle conseguenze negative dell’età, delle patologie del cavo orale o della mancanza di denti.

Complicanze degli impianti zigomatici: infezioni locali

Le infezioni locali sono direttamente correlate alla comparsa di sinusiti e favorite dalla mancanza di osteointegrazione. Potrebbe essere anche causato dalla mancanza di contatto tra l’impianto e la cresta ossea, da infezioni superficiali o mancanza di cicatrizzazione dei tessuti molli. Anche la riabilitazione prostetica gioca un ruolo rilevante.

Si tratta di una delle complicanze più frequenti con un’incidenza del 4% circa.

Fistole

Un’altra complicanza degli impianti zigomatici correlati con la mancanza di osteointegrazione è la formazione di fistole.

Per fistola si intende una comunicazione patologica, di forma tubulare, tra due strutture o tra due cavità dell’organismo o tra esse e l’esterno. Questa è causata dall’aumento del rischio di comunicazione oroantrale e lo sviluppo posteriore di sinusite. La frequenza di questa complicanza varia tra l’1,5% e il 7,5%.

Parestesia

La parestesia è una delle possibili complicanze degli impianti zigomatici. Questa condizione è un’alterazione della sensibilità, a volte associati a formicolio o bruciore. È dovuto alla compressione o intaccamento di un nervo durante l’operazione.

Si tratta in genere di una condizione temporanea, che si risolve tra le 3 e 8 settimane dopo l’intervento. L’incidenza varia, in quanto strettamente legata all’esperienza del chirurgo e dell’équipe chirurgica.

Complicanze degli impianti zigomatici: conclusione

Gli impianti zigomatici, nonostante le complicanze, è una procedura consolidata. È necessario comunque affidarsi a professionisti con vasta esperienza. Infatti richiede un lungo apprendimento e precedente esperienza con impianti dentali.

Sulla base degli studi fatti, le complicanze più frequenti sono la sinusite e la mancanza di osteointegrazione, tuttavia il loro trattamento e controllo fanno parte della pratica clinica standard.

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Ortognatodonzia

L’ortognatodonzia è una branca dell’ortodonzia che si occupa delle disarmonie cranio-facciali. Tra queste ci sono le malocclusioni e delle anomalie della posizione dei denti. Queste possono essere corrette sia per sistemare il lato estetico che quello funzionale. Possono infatti causare problemi respiratori, di fonazione o di masticazione.

Si tratta di un’importante branca che occupa una posizione importante nella cura di patologie interdisciplinari. Ad oggi occupa un posto di rilievo nella cura di problemi odontoiatrici grazie all’attenzione nel processo di crescita dei bambini e l’utilizzo di terapie meno conosciute.

Tuttavia le malocclusioni fanno riferimento all’ortodonzia quando si tratta di allineamento dei denti in adulti e bambini. Vediamo meglio le differenze.

Differenze tra ortodonzia e ortognatodonzia

Ortodonzia e ortognatodonzia sono spesso confusi in quanto si occupano entrambe di allineamento dei denti e malocclusioni. La differenza sostanziale è il fatto che la ortognatodonzia non si limita solo alla dentatura. Comprende la malformazione delle ossa e le ripercussioni sulla persona. Queste infatti possono creare difetti dell’armonia del viso ed intralciare le funzioni della bocca come la masticazione e l’articolazione del linguaggio.

Si tratta di un approccio a 360 gradi su tutto il nostro sistema non limitandosi alla bocca. Le malocclusioni possono avere diverse cause e non sempre possono essere risolte con la sistemazione dei denti.

Il paziente ortognatodontico

In genere il paziente che necessita dell’ortognatodontista è nella fase di crescita. Tuttavia sempre più di frequente anche l’adulto richiede il suo intervento.

Di solito si tratta di fattori genetici o ambientali che influiscono sulla crescita che possono sviluppare una malocclusione. Tra i fattori dentali troviamo delle abitudini come la posizione della lingua, la suzione del dito e le alterazioni posturali. Queste sono in grado di creare alterazioni tra la muscolatura esterna ed interna alla bocca e subirne i relativi problemi.

Cause della malocclusione

Per la corretta diagnosi della malocclusione è necessaria la valutazione di diversi fattori. Bisogna porre attenzione alle caratteristiche occlusali e il quadro clinico familiare. Anche indagare su eventuali traumi a livello mandibolare che potrebbero implicare problemi di asimmetria.

Alcuni traumi subiti nell’infanzia possono causare ripercussioni nell’età adulta. Tra questi può esserci una dislocazione o un’anomalia dello sviluppo.

Potrebbe essere tuttavia un problema dentale. È possibile infatti che l’estrazione di un dente in assenza di un opportuno mantenimento dello spazio possa causare problemi. La lunghezza dell’arcata può ridursi (atrofia ossea) e creare una malocclusione.

Affidarsi ad un odontoiatra specializzato in ortognatodonzia significa avere una visione più ampia di quello che potrebbe essere il problema. Al contrario, un odontoiatra classico può limitare la diagnosi ad un semplice problema dei denti.

Dove poter rivolgersi ad uno specialista in ortognatodonzia

L’ortognatodonzia si pratica nella maggior parte degli studi odontoiatrici. È possibile anche in strutture ospedaliere attrezzate dopo aver visitato uno specialista.

Grazie alla possibilità di avere una diagnosi più completa, è possibile recuperare la perfetta funzionalità e benessere dell’intero apparato osteo-articolare.

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Odontoiatria

L’odontoiatria è un ramo della medicina che si occupa delle malattie che colpiscono denti, gengive, osso mascellare, articolazioni mandibolari e mucose orali. Non a caso la parola odontoiatria deriva dalle parole greche Stoma (bocca) e Gnatos (mascella). L’odontoiatria è la disciplina medica che si occupa dello studio e della cura di problematiche relative all’apparato stomatognatico.

Odontoiatria, un pò di storia

Le prime manipolazioni effettuate dall’uomo sui denti cariati risalgono addirittura al paleolitico. Si devono agli egizi, invece, le prime testimonianze scritte sulla cura dei denti, ben 4000 anni prima della nascita di Cristo, oltre alla prima ricetta scritta di un dentifricio.

Greci e Romani perfezionarono sempre di più l’arte medica e le tecniche che riguardavano la cura di denti e gengive.

Il termine odontoiatria, comunque, risale a fine ‘800. Fu coniato per indicare quel ramo della medicina che si dedica alla prevenzione, alla diagnosi e alla terapia medica delle patologie che colpiscono una o più parti dell’apparato stomatognatico:

  • Denti;
  • Gengive;
  • Ossa mascellari superiori;
  • Ossa mascellari inferiori (mandibola);
  • Articolazioni temporo-mandibolari;
  • Ghiandole salivari;
  • Tessuti neuro-muscolari;
  • Mucose orali.

Differenza tra dentista e Odontoiatra

“C’è differenza tra dentista e odontoiatra?”No, dentista e odontoiatra sono sinonimi. E indicano il professionista che si occupa della prevenzione, della diagnosi e della terapia di malattie che colpiscono denti, bocca, mascelle e relativi tessuti. Oggi in Italia, l’iscrizione all’albo degli odontoiatri è la condizione necessaria per poter esercitare la professione odontoiatrica.

I settori dell’odontoiatria

L’odontoiatria si divide in diverse branche, tra cui:

  • Chirurgia odontostomatologica, che si occupa dell’estrazione di denti che non è possibile curare in altro modo
  • Endodonzia, che cura le lesioni dei denti a livello pulpare
  • Gnatologia, che studia i rapporti tra diversi elementi dell’apparato stomatognatico
  • Igiene dentale, relativa alla prevenzione delle patologie del cavo orale
  • Implantologia, per la sostituzione di elementi dentali compromessi o mancanti
  • Ortognatodonzia, per la correzione delle malposizioni dei denti
  • Patologia e Medicina Orale, per la cura delle patologie relative alle mucose orali e alle ossa mascellari
  • Parodontologia, per tutte le problematiche che interessano il parodonto
  • Protesi dentaria, per la sostituzione degli elementi dentali mancanti
  • Odontoiatria conservativa, che restaura le lesioni a livello di dentina e smalto
  • Odontologia forense, riguardo alle caratteristiche odontoiatriche utilizzabili in ambito legale
  • Odontoiatria pediatrica e pedodonzia, rivolta agli infanti

Quando e perché fare una visita odontoiatrica

Lo scopo delle visite odontoiatriche periodiche è quello di valutare la corretta salute del cavo orale e dei denti. Consigliamo di effettuare la prima visita odontoiatrica ai bambini quando si sia completata la dentizione da latte, quindi dopo i tre anni. In questo modo il dentista potrà valutare la salute dei denti, diagnosticare precocemente eventuali problemi di crescita, di malocclusione e l’insorgenza di carie, oltre a istruire i genitori sulle corrette pratiche di mantenimento della salute orale dei più piccoli.

La prima visita odontoiatrica avrà anche l’importante compito di creare un rapporto positivo e di fiducia tra il giovane paziente e l’odontoiatra, cosa che faciliterà le successive sedute e lo svolgimento di eventuali interventi.

L’odontoiatria di mantenimento, per gli adulti, è fondamentale per garantire la conservazione il più a lungo possibile della salute generale della bocca, prevenendo lo sviluppo di problemi dovuti al deterioramento dello smalto, ad eventuali problemi di malocclusione o di masticazione, all’accumulo di placca e tartaro e all’utilizzo di farmaci. Le visite dovrebbero perciò essere effettuate regolarmente ogni sei mesi, procedendo anche a una seduta di pulizia dentale.

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