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Infezione impianto dentale

Le infezioni degli impianti dentali sono in aumento. Delle ricerche testimoniano che circa la metà delle procedure di posizionamento si conclude con un’infezione.

Nello specifico questa infezione viene chiamata perimplantite ed essa non significa necessariamente che un impianto andrà perso. Sicuramente una diagnosi e un trattamento tempestivi possono salvare il restauro. Questa guida esplora i possibili fattori di rischio, i sintomi che dovresti cercare e i potenziali metodi di trattamento.

Infezione impianto dentale: quando si è a rischio 

Le cause più comuni di infezione dell’impianto sono:

  • una cattiva igiene orale;
  • il fumo di sigaretta;
  • malattie parodontali avute in precedenza.

Una volta che l’impianto dentale viene inserito all’interno della tua cavità orale, è molto importante mantenere una certa igiene orale. Se non spazzoli e non usi il filo interdentale tutti i giorni, potrai sviluppare batteri e funghi nella bocca.

Questi si dirigono gradualmente verso i tessuti molli e duri che circondano l’impianto. Inoltre queste infezioni portano a un susseguirsi di problemi. Ad esempio, i consumatori di tabacco hanno una maggiore concentrazione di un enzima chiamato arginasi.  Rendendo la saliva più acida, sviluppando così i batteri.

I fumatori sono più vulnerabili alle infezioni degli impianti dentali.

I pazienti che hanno avuto problemi di parodontite sono a rischio elevato.  Certamente deve essere trattato prima che possa aver luogo l’impianto.
Ricorda che le malattie delle gengive hanno la tendenza a ripresentarsi.  I problemi alle ossa della nostra cavità orale è più evidente in questi casi, determinando una maggiore incidenza di fallimento dell’impianto. I fattori di infezione sono sempre collegati a problemi o abitudini del paziente.

Infezione impianto dentale: i sintomi

  • gonfiore intorno all’impianto;
  • le gengive che tendono a cambiare colore;
  • sanguinamento dal luogo dell’impianto;
  • febbre;
  • dolore che non svanisce con l’uso di antidolorifici e farmaci.

In caso tu dovessi avvertire uno di questi sintomi, chiama immediatamente il tuo dentista.

È bene dire che il dolore è relativamente raro in combinazione con l’infezione dell’impianto. Ma se si presenta, di solito significa che il problema è grave.
Altre cause di preoccupazione sono simili al rialzo del seno mascellare e ai sintomi di infezione da innesto osseo.

Inoltre, i sintomi di infezione da impianto dentale includono anche un’ampia graduale perdita del proprio tessuto osseo nell’area interessata.  Questo tipo di problema però, può essere diagnosticato solo da un professionista come un dentista o un paradontologo.

Infezione impianto dentale: le fasi

Il processo di infezione dentale è divisa in due fasi.
La prima fase è prende il nome di mucosite perimplantare. Ed essa se non viene trattata, tenderà ad aggravarsi sviluppando la seconda fase che prende il nome di perimplantite.

Entrambi si sviluppano tutte e due allo stesso con le malattie gengivali, ma possono svilupparsi più rapidamente.

Perché accade? Questo accade perché l’attacco di un impianto è meno durevole di quello di un dente naturale.

I segni si possono sviluppare anche anni dopo aver inserito l’impianto.

Pulizia e chirurgia

Le sacche mucose poco profonde verranno pulite con ultrasuoni. La procedura si svolge con le onde ad alta frequenza che aiuteranno il dentista a rimuovere il materiale contaminato attorno all’impianto.

Se invece queste sacche mucose sono più profonde di 5 mm, il dentista opterà per l’utilizzo di una tazza di gomma e una pasta, per lucidarle e l’utilizzo del filo interdentale meccanico. Ovviamente in questo caso, gli strumenti andranno più in profondità.

Passiamo alla chirurgia… viene generalmente eseguita quando l’asta è posizionata in un sito non estetico. Le gengive verranno aperte e in seguito ribaltate per consentire un migliore accesso all’area contaminata. Viene eseguita una pulizia meccanica, spesso in combinazione con antisettici. Questa procedura viene definita con il filo interdentale meccanico.

Questa opzione comporta possibili complicazioni.  Ad esempio l’esposizione delle membrane porose può portare a ulteriori infezioni, soprattutto durante la guarigione. Se gli altri trattamenti falliscono si prenderà in considerazione la chirurgia.

Le cure mediche

Il dentista esaminerà le condizioni parodontali dei denti rimanenti.  E in base a quanto si nota, determinerà se somministrare antibiotici a livello locale o sistemico.

Se la perimplantite è l’unico problema presente nella cavità orale, verranno dati degli antibiotici locali, per alcuni giorni. Se l’infezione è generalizzata a un’area più ampia della bocca, gli antibiotici potrebbero essere somministrati per via sistemica.  Ciò può accadere anche quando si soffre allo stesso tempo di parodontite.

Inoltre potrebbe essere necessario ripetere il trattamento antibiotico entro poche settimane o mesi.

La rimozione

In caso la mucosite perimplantare si è sviluppata nella sua forma più aggressiva, ovvero la perimplantite e una quantità significativa di osso è andata persa, potrebbe essere necessario rimuovere l’impianto.  Questo può essere fatto con uno strumento chirurgico chiamato trapano.

Il tuo dentista sceglierà però se far sviluppare il problema e rimuovere in seguito l’impianto con una pinza. solo quando ci sono meno di 3 millimetri di osso si può prendere questa decisione. Alcuni pazienti possono pensare di rifare un nuovo impianto dopo l’innesto osseo e diversi mesi di guarigione.

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